1984. Moscow. Blinis.
1984. Di rientro da Tokyo a inizio dicembre facciamo scalo a Moscow. CCCP. Sull'aereo dell'Aereoflot mentre io e la mia amichetta X bevevamo vodka per dimenticare (io per la disperazione di aver lasciare il Giappone, lei per il terrore di volare) la mia amichetta X che parla spagnolo benissimo, sente questa banda di modellame che strilla cabrones alle hostess e inizia a chiaccherare con una e scopre che era un'amica di una sua amica e il mondo è veramente piccolo e si fa amicizia e la banda di modelle passa il tempo a ridere, ridere e ridere. Atterriamo a Moscow. A Tokyo facevano 20 gradi. Temperatura gentile. Si stava bene. Tutte sgargiule usciamo dall'aereo. Una cella frigorifera! nevica ed è tutto bianco, veniamo circondate da una banda di orsi polari e congeliamo di brutto. Le modelle continuano a ridere, ridere, ridere. Ci mettiamo in fila diligentissime che ci sta un esercito armato fino ai denti mentre noi i denti li battiamo sul serio. Dobbiamo stare una notte a Moscow. Ma prima c'è il controllo del passaporto. In fila dentro nell'aereoporto ghiacciato con le stalattiti ci rimaniamo per cinque ore. I sovietici controllano minuziosamente tutto. Aprono le nostre borse e sparpagliano il contenuto toccandolo come se fosse uranio arricchito. Le modelle continuano a ridere, ridere, ridere. Controllano il passaporto, guardano la foto e scuotono la testa. ("No guarda sono io, sì quella lì sono io. Non sono venuta bene ma sono io sul serio") Facciamo un salto nel duty-free e negli scaffali c'è solo vodka e caviale. Compriamo cosa? vodka e caviale. Due bocce e due scatole. Intanto le modelle iniziano ad amoreggiare con i militari e ridono e scherzano e fumano sigarette e le spengono e ne accendono ancora...cinque ore a fare le sceme con i militari (di leva, tutti giovani, russi, carini, stranucci tutti quanti) sempre bellebelle ridenti (cominciano un po' a starmi sul cazzo: ridono sempre) e alla fine ghiacciate ci dirigiamo in albergo. L'hotel si erge grande e terribile in mezzo al nulla, tutto bianco, tutto gelido. Shining. Fuori ci sono sentinelle con i kalashnikov. Pattugliano l'albergo, ma alcuni militari hanno accompagnato le modelle e parlottano con i loro commilitoni e bisbigliano: queste la danno e sono anche fighe. Il fascino della straniera vale pure in CCCP. Entriamo nell'ascensore e si può schiacciare solo due pulsanti che vanno solo su due piani. Ad ogni piano si esce e ci si trova davanti un'enorme ostessa/orchessa. Brutta e kattiva. Ci separiamo dalle modelle ridenti dandoci appuntamento nella sala del ristorante.
Io e la mia amichetta X entriamo in stanza e ci prende di botto un attacco d'ansia e depressione e per tirarci su apriamo la vodka e ne beviamo un tot. La stanza più la guardiamo e più ci prende male. Scendiamo. Nella sala ci sediamo e chiediamo da mangiare, dopo due ore e un quarto arriva il cibo. Ci stavamo sbranando a vicenda dalla fame. Anzi noi e la banda di modellame finiamo tutta la vodka. Le modelle continuano a ridere, ridere, ridere e fare bordello. L'unico cameriere (belloccio tra l'altro) in sala ci serve un piatto con sopra: una specie di insalata russa (ma loro l'hanno chiamata insalata francese: da lì è partita una lunghissima discussione con il cameriere, testardi sti russi) un po' di caviale, panna acida e una sottospecie di frittellina. Chiediamo cos'è. Il cameriere belloccio dice: blinis. Mai visto. 1984. In Italia non c'erano ristoranti russi. Mangiamo caviale, panna acida e blinis. UNA BONTA' CLAMOROSA. Chiamiamo il cameriere belloccio e trattiamo per una cesta di blinis con carrettata di caviale accompagnata da panna acida. Lui ci guarda e dice NIET. La modellanza fa di ogni perché lui ceda. Alcune escono e chiamano le sentinelle e entrano alcuni militari con il kalashikov spianato e parte un casino infinito. Io imperterrita continuo a mangiare fottendo tutti i blinis delle altre che stanno trattando per ottenere blinis a gogò, mi otturo di caviale, blinis e panna acida. Mollo l'insalata russa che seriamente faceva vomito. Dopo previa enorme estorsione di tutto il nostro denaro il cameriere belloccio ci porta blinis e caviale e vodka e finisce che la modellanza balla sui tavoli e canta a squarciagola "guantanamera" con i militi sovietici che battono le mani a tempo e pure loro si lanciano nelle danze.
Io leggermete stordita conosco un tipo smarrito che ci guarda con gli occhi lucidi e scopro che è lì da numero due settimane. Aspettava la coincidenza per andare a Nairobi. Non aveva il visto e non lo lasciavano uscire e soprattutto non lo lasciavano telefonare. Mi prende malissimo e informo tutte della cosa. Le modelle smettono di botto di ballare e di ridere. Lo trasportiamo con noi. Ci fa conoscere milioni di sfigati chiusi nell'albergo. Lì da un mese, da un giorno, da due settimane...ci prende una paranoia violenta. Ma tra tutti gli sfigati una modella conosce due giovani romani di ritorno dalla Giamaica. Avevano un chilo di maria giamaicana. Le modelle riprendono a ridere, ridere, ridere...
Sinteticamente: la mattina dopo le modelle non ridevano più. Per niente. La mia amichetta X voleva un caffè. Il cameriere belloccio l'ha guardata come se fosse un insetto sconosciuto. Io rivolevo il blinis. Il cameriere belloccio me l'ha portato accompagnata dalla migliore marmellata amara di amarene russe mai assaggiata e la panna acida. Una poesia. In aereo sono stata male. La mia amichetta X pure. Ma anche le modelle. Dicevano che era stata la maria. Secondo me no. E' stata la panna acida. Sicuro.
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