agosto 31, 2006

Bammbamm, bummbumm



La macchinetta sfornacibocaldo, a me fa subito che mi divoro il pranzo seduta sulla panchina davanti al marciapiede di un parchetto senz'erba con tutte le cartacce per terra e bottigliette di plastica e pezzi di vetro (mica ad Hyde Park pieno di alberi, enorme e tranquillo. Nah non quell'immagine lì, quell'altra: una panchina, un cestino di rifiuti e le macchine strombazzanti che ti passano davanti). Al freddo (quello brutto) anzi no, al caldo quello di metà luglio, genere: tutti isterici e incazzosi, sola, mangiando una roba che è gommosa, sa di glutammato e m'allappa la pupilla, mettiamo che so: il maiale in agrodolce con i peperoni piccanti, l'ananasso scivoloso e senza fibra, la cipolla passata, il tutto immerso in un liquido brunastro bavoso. Domandona: roba così è buona? Se non mangi da 7 giorni la risposta è: sì. Se ti nutri con tre pasti al giorno la risposta è: non so.
Voglio conoscere il tipo (Nobu X si chiama) che ha ripreso un'idea del passato (degli anni '40, ovvio: le idee migliori già tutte inventate) e rilanciarla a N.Y.C, anzi a Manhattan. La macchinetta sfornacibocaldo l'ha chiamata Bamm. Un genio. Vero.

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agosto 29, 2006

Tipologia di cliente: gastronomo ributtante


Entra baldanzoso un sessantenne, che vuol apparire come un quarantenne, ben messo, alto e piazzato. Lo affligge una non lieve calvizia, si siede nel tavolo scelto da lui per ottenere una buona visuale di tutto il locale. Non si capisce se per farsi notare o per innata curiosità verso i propri simili. Il cameriere gli si avvicina con il menù e lui subito arzillo attacca discorso perché vuol sapere tutto. Ma non tutto come un umano normale. Tutto nel senso che vuol conoscere passo per passo ingredienti e ricetta di ogni singola voce.
Gastro implacabile: i tagliolini sono freschi? ho un palato che riesce a distinguere quelli fatti in casa da quelli industriali. I porcini saranno di sicuro quelli secchi. Di che marca sono?
Cameriere continua paziente ma sempre più perplesso le sue spiegazioni: sì certo, i tagliolini con radicchio e porcini sono freschi e fatti in casa, e i porcini pure sono freschi (c'è scritto sotto nel menù a caratteri corpo 12 che la pasta è fatta in casa e gli ingredienti son freschi, ma i clienti non amano leggere fino in fondo, forse per pigrizia, forse per riuscire a chiaccherare con il cameriere).
Gastro stupito: No! ma i porcini non sono ancora in stagione, saranno buoni sul serio?
Cameriere sussurante con orgoglio professionale stile sto vendendo la migliore sostanza stuprefacente: la cheffa ha un buon rapporto con il fornitore e riesce a farsi pervenire le primizie.
Gastro allibito: non c'è un cuoco? avete una donna in cucina? Ah già, me l'avevano detto.
Cameriere alzando gli occhi al cielo ormai sfinito dalla solita storia: sì abbiamo una donna!
Gastro sovrappensiero: prendo questi due antipasti ma mezza porzione, il tortino d'alici e il tris di funghi, mi faccia fare i tagliolini e ci aggiunga vicino un assaggio di pasta e fagioli, mi raccomando un assaggio, faccia una mezza porzione, no anzi guardi mi faccia la porzione intera. Ma davvero questa pasta e fagioli è cucinata nel modo giusto? Che fagioli sono? Borlotti vero? che la pasta e fagioli con i cannolini proprio non la tollero.
Cameriere convinto: assolutamente strepitosa e certo è come da tradizione (!?) solo borlotti e ditaloni rigati.
Gastro: nessuno la sa fare meglio di Pierangelini glielo assicuro!
Cameriere perplesso: chi?
Gastro allibito: non conosce Pierangelini??? è il nostro miglior cuoco nazionale. Vissani è un nulla a confronto! Vissani è sempre in televisione e non sa cucinare. Ci sono stato. Ho mangiato così così. Mentre da Pierangelinin ecco lui è un cuoco vero. Lasci perdere Cracco: troppo creativo, davvero! Poi prendo il petto d'anatra con la salsa all'arancia, come la fa la cuoca la salsa d'arancia? e voglio assaggiare il piccione ripieno, cosa ci ha messo nel ripieno? Da bere avete solo questi vini? (la carta dei vini ha 150 etichette)
Cameriere: bhe...
Gastro: mi porti allora l'amarone Fontacalda dell '87. C'avete solo quest'annata?
Il cameriere arriva tramortito in cucina con la comanda.
Cheffa: quanti sono?
Cameriere spazientito quasi isterico: è solo e mangia tutto questo ok? non rompere i coglioni ok? mi ha distrutto ok? ha parlato sempre ok?
Cheffa rassicurante: scusa vuole mezza porzione del tortino d'alici?
Cameriere allarmato: non so. E' importante?
Cheffa tranquilla: vedi te!
Cameriere in ansia da prestazione: vado a chiederlo. Torna trafelato due secondi dopo: No intero va bene.
Controllando il piatto che rientra al lavaggio quasi intonso se non ci fossero due macchioline di unto, la cheffa notifica quanto il piatto sia stato ripulito: la logica direbbe che è piaciuto.
Momento topico della pasta e fagioli: dica alla cheffa che era perfetta soprattutto la cottura dei ditaloni, al che il cameriere riferisce alla cheffa che continua a sfornare le mille comande degli altri clienti. La cheffa annuisce e risponde come se veramente le importasse: ah figo! bene son contenta! in realtà sta pensando a come mettere giù 20 piatti in colpo solo, che deve rispettare i tempi di consegna.
Gastro insistente: la lista dei dolci è tutta qui? (6 dolci in carta) bhè prendo il semifreddo caramellato con il tortino di cioccolato. Mi raccomando dopo voglio parlare con la chef, la voglio conoscere.
Mentre il servizio sta per finire il cameriere dice irritato che il cliente ciccione e pelato la vuol conoscere. La cheffa stanca, sbattuta e scazzata dopo gran insistenze da parte della brigata e dei camerieri si cambia il grembiulone zozzo, si dà una rassettata e va in sala sorridendo.
Gastro alzandosi sorridente quanto la cheffa e tendendole la mano dalla stretta bella vigorosa: Mi chiamo Mario Dosetti e scrivo per la rivista Gustiamoci. Volevo farle i complimenti per tutto ma in particolare per la pasta e fagioli. Anzi possiamo venire a fare un servizio nel suo locale domani? Che olio usa lei? Voglio mettere sul tavolo l'olio che sponsorizziamo noi. Le va bene?
Cheffa travolta da tanto entusiasmo: Lei è veramente gentile e io la ringrazio ma...
Gastro tutto felice interrompe imperterrito: Anche i porcini sublimi, come li cuoce? Il piaccione ripieno strepitoso, vuoglio la ricetta del ripieno! domani facciamo la ricetta filmata che mettiamo in linea sul nostro sito va bene?
Cheffa imbarazzata: ma io veramente le stavo per dire che domani...
Gastro trinciante: a che ora veniamo? siamo io, il fotografo e il cameramen. Qui ci sono venuto perché me l'ha consigliato il mio amico Staluno quello della rivista Snowfood conosce? E' il sito più importante della sfera internet, ci collaboro quotidianamente, non mi dica che non lo conosce? una come lei, che mi sembra informata e brava, dovrebbe conoscerlo, ci si deve iscrivere alla newsletter semmai non l'avesse già fatto!
Cheffa inorridita e quasi vergognandosi per lui: no io veramente le volevo dire che...
Gastro: Questo è il mio bigliettino da visita. Legge vero la rivista 'Gustiamoci'? Ho da ridire un po' sulla lista dei vini. E' piuttosto sfornita la cantina, se ne rende conto vero? perché volendo un ristorante come il suo può rientrare nelle visite di quelli della michelin!
Cheffa guardandosi le unghie scomprendoci un invisibile semino di vaniglia: guardi le faccio preparare il conto
Gastro spudorato: mi faccia uno sconto visto che la pubblichiamo
Cheffa sorridendo brillante a tanto sfoggio di volgarità: le offro un caffè e un bicchiere di grappa
Gastro: No! la grappa non mi piace, voglio l'Oban. Ce l'avete vero? niente sconti? Ah allora forse rimandiamo la visita a un'altra volta, anzi magari parlo con il proprietario. C'è?
Cheffa gongolando: veda lei, glielo chiamo subito.
Dopo in cucina avverrà un violento alterco tra il cameriere, il padrone del locale e la cheffa sul gastronomo. Il cameriere perché non ha lasciato un euro di mancia, il padrone: perché ho dovuto fargli lo sconto e la cheffa incredula e incazzata: perché gli hai fatto lo sconto, il padrone: è uno potente capisci? la cheffa: machecazzomenefrega. Il padrone: per questo non sono sulla guida michelin perchè tu non lecchi abbastanza il culo cazzo!! ti mando via, ti licenzio, ti prendo a pedate, devi trattare meglio questo tipo di clienti lo capisci sì o no?! La cheffa con l'incisivo insanguinato che non tollera 'sti discorsi: Che si fottano, do loro da mangiare BENE. E' già tanto, è già troppo!
La brigata uscito il padrone esplode in un applauso tuonante, zittito dalla cheffa furibonda:piantatela! Ma la brigata continua a divertirsi ridente e sghignazzante.
Morale: non esiste. Ognuno fa il proprio mestiere. Bene o male. Ci sono quelli che sanno essere bravi con gli altri nell'intrattenere/tessere relazioni sociali. Esiste un libro famoso da cui sono stati tratti due film (1960 di Vadim e 1988 di Frears): 'Le relazioni pericolose' scritto nel 1782 da Pierre-Ambroise-Francois Chordelos de Laclos. Tra i gastronomi e la cheffa non corre buon sangue e il sangue non mente. Per dire.

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agosto 27, 2006

Freddy e il cibo


Gigio il fratello e Angela la cognata ci hanno mollato per una settimana Freddy il cane, bulldog inglese di anni due. Ci fa molto divertire ma soprattutto non ci fa dormire. Specifico: non è un cane da compagnia, tu fai compagnia a lui. Vuole uscire quando decide lui. Ti sveglia nel cuore della notte che vuole dormire sul lettone. Con te. Lo sgridi e lo butti giù dal lettone. Cocciuto arriva la notte dopo. La mattina ti sveglia all'alba (ore 6.45) per uscire. Guaisce con aria assoltamente infelice. Lo porti fuori e al rientro s'addormenta beato. Tu no. Dorme tutto il giorno. Russa. Tantissimo. Il peggio del peggio è quando ti vede uscire dal bagno appena docciata e vuole leccare lo stinco. Lo fa con tutti. Lecca gli stinchi di tutti. Una sua mania. Per quanto tu lo sgridi non ce n'è. Non riesce a trattenersi.
Freddy è l'unico cane di mia conoscenza che ha un rapporto disastroso con il cibo. Mangia solo quello che vuole lui e soprattutto è ghiotto di cose assolutamente debilitanti per lui e tutta la sua razza. Se mangia in modo umano (scarti di cibo, avanzi, o bocconi prelibati) si ammala e gli parte immediato l'attacco di diarrea. Se non mangia le sue crocchette si ammala. Se non lo si pulisce si ammala. Se non lo si coccola abbastanza si ammala. Ha più bisogno di cure di un bimbo di 4 mesi. Bisogna imboccarlo. Dargli da mangiare le sue crocchette con pollo e formaggio che mangia schifato, che già i bulldog hanno una faccia triste, la sua diventa ancor più triste e rugosa. Mangia grufolando. Io e mia figlia abbiamo deciso che i bulldog sono un incroncio tra un maiale e un cane. Freddy grufola esattamente come un maiale. Si rotola nel fango come un maiale e quando è felice (che da quel muso non si capisce mai) emette versi maialeschi. In compenso è affettuoso. Molto. Tanto. Troppo. Rimane il fatto che Freddy in cucina vorrebbe mangiare tutto quello che gli fa male. Anzi più gli fa male e più gli piace. Siccome ha capito che con noi due marcia malissimo, in cucina non ci entra più. Neanche per bere. Bisogna accarezzarlo, convincerlo e allora beve l'acqua e mangia le sue crocchette dalla tua mano. Freddy è il bulldog a cui piace il cibo junky, esattamente come le persone corte che vanno in estasi nei McDonald, per le patatine fritte e l'hamburger. Freddy se gli dai una patatina fritta grunisce in preda a un orgasmo. La dieta di questa razza che sembra una razza OGM non si basa sulle crocchette 'Royal Canin' ma sull'hamburger di McD. Come per tanta umanità. Strana 'sta cosa.
(foto di Freddy nella sua operazione preferita: dormire)

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agosto 26, 2006

m'hanno cambiato il sistema solare


Sapevo che c'era un importantissimo congresso di astronomi riunito a Praga. Avevo seguito la discussione riguardo il nostro sistema solare con anticipazione e lievissima ansia. Dicevano che avrebbero aggiunto altri pianeti. Una rivoluzione 'planegrafica'.
Me li immaginavo stile brigata di cucina: Nel soffritto ci aggiungiamo il basilico e la mentuccia che dite? ma uno dice: No non mettiamoci niente e lasciamolo così, anzi via anche l'olio. Tutti: Il soffritto senz'olio? Lui ribatte saccente: Certo: si sentono meglio i sapori. Sguardi allibiti: EH?!
Uguale. Questi qui decidono che il nostro sistema solare può fare a meno di un pianeta. Si può fare a meno di Plutone. Il pianeta lontanolontano, neanche troppo sferico, buio e freddo. Plutone il signore degli inferi e della morte. Questi me l'hanno fatto fuori. Io ci sono rimasta malissimo! Come dire che se non si ha la coscienza della morte di che vuoi parlare? Si può rispondere: si chiacchera della vita. Appunto: si chiacchera. Come dire che invece di ampliarci ci restringiamo: un intero sistema solare da riscrivere. E' proprio vero: non ci sono più certezze almeno non quelle di una volta e come se non bastasse arrivano pure gli astronomi della Terra ad aggiungere dubbi sull'universo, sulla sua creazione e sull'inifinitesimamente piccolo sistema solare. Da non dormirci la notte. E mettiamo che su Plutone ci siano forme di vita? Che fanno? Lo rimettono dentro? Per inciso: il soffritto senz'olio FA SCHIFO! sul serio non per dire.

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agosto 25, 2006

la ricetta della piccolacuoca: l'insalata estiva


D'estate la svogliatezza è insita in ogni gesto e il caldo rende la lentezza un atto dovuto all'economia d'acqua e sudori. La ricetta descritta è nata da una miriade di prove nei vari ristoranti e alla fine sono approdata a questa per praticità, velocità, colori e gusto. Si prendono un melone (quando l'acquistate odorategli le estremità, se sa di melone va bene. Aggiungo per puntigliosità: tanto non basta, quando lo assaggiate magari il gusto fa schifo, il profumo era ottimo ma il retrogusto sa da medicina, in quel caso uscite e andate a comprarne un altro, finché non ne trovate uno che sappia di melone vero. (Mi rendo conto che quanto sia difficile a Milano ma tentateci). Tanto per dare spiega scientifica: il melone è ricco di vitamine A e C e sali minerali (quali? bho! i soliti:potassio, sodio, calcio e fosforo) e ha la proprietà di coadiuvare i processi digestivi (non dovete calarvi 6 Malox per digerirlo) con una limitata proprietà lassativa (cacca precisa e non liquame) e un aroma che sembra avere effetti positivi sul sistema nervoso (si sottintende che: uno odora di melone e profuma, uno odora di pesce marcio e puzza e pertanto dà molto fastidio al sistema nervoso di qualsiasi essere umano sul globo terracqueo).
Non vi sto ad annoiare con pesi e misure. In generale la quantità per due persone è di un melone, 10 pomodorini, 2 peperoncini dolci, 6 foglie di basilico. Prima di tagliare il melone a metà, tagliate in modo preciso le due estremità del melone in modo che stiano in equilibrio e non crollino di qua e di là sbrodolando tutto e tutti. Svuotate le due metà di meloni aiutandovi con un cucchiaio. Se possedete l'attrezzo detto scavino tondo (quello per fare le palline) siete già a buon punto, sempre che lo sappiate usare bene. Altrimenti lasciate perdere, meglio il cucchiaio. Finita l'operazione, tagliate a cubetti la polpa e mettetela dentro un recipiente. Tagliate a metà i pomodorini, aggiungeteli alla polpa. Pulite i peperoncini dolci di semi e filamenti bianchi, tagliateli a listarelle sottili e versatele nel recipiente. Spezzettate le foglie di basilico sopra il tutto, aggiungete sale e olio exrtravergine d'oliva a vostro piacere e gusto. Potete impepare con peperoncino in polvere se vi piace la nota di piccante e mescolate bene. Servite e mangiate. Se vi piace accompagnate l’insalata con un buon bicchiere di porto bianco, oppure un bicchiere di Picolit. Se non gradite il vino bianco dolce, dissetatevi con quel cazzo che vi pare. L'acqua ci sta bene uguale. Per dire.

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agosto 14, 2006

Lapiccolacuoca fa la spiega di storia Quinta lezione: la zuppa inglese


1487. Ferrara. Ercole I si mosse con un po' di fastidio sulla sua sedia e poggioli scricciolarono. Ercole I dopo la morte del fratello avvenuta due anni prima, era stanco dalle troppe responsabilità che gli gravavano sulle spalle in quanto Duca d'Este, chiamato dispregiativamente il ciotto (zoppo) dai veneziani chediolistramaledicessetuttibandadiserpieladrimercanti, pensò iroso, per via della ferita di battaglia che gli aveva danneggiato non poco il piede costringendolo a una non lieve zoppia. In quel mentre stava facendo molti piani di alleanze con i vicini di ducato e come se non bastasse la moglie lo stava snervando con incredibile puntigliosità per l'ansia di maritare le figlie. Ringraziando il cielo nulla usciva da quella bocca su tutte le infedeltà subite e soprattutto su tutti i figli illeggittimi e bastardi che correvano per i corridoi della corte. Eleonora d'Aragona per santa grazia di Dio era una donna tollerante e sapeva quali erano i privilegi e doveri di una duchessa. Proprio in quei giorni alla corte di Ferrara erano giunti gli ambasciatori di Milano e pareva che l'alleanza sarebbe andata a buon fine tramite la figlia Beatrice che avrebbe forse sposato Ludovico il Moro. I suoi pensieri seguirono il corso che si conveniva a un Duca e proprio mentre stava pensando a come mettere a proprio agio gli ambasciatori, venne annunciata la visita della moglie. Guai solo guai pensò afflitto. Beatrice cara donna era un'ansiosa di prima fatta. Entrò e lo investì con una marea di parole spiegandogli che quella sera s'era da fare un banchetto sontuoso e che mai e mai la casa Estense doveva dar luogo a pettegolezzi o altro. Gli occhi di Ercole I si alzarono al soffitto decorato, sì lo sapeva certo mormorò, quindi lui doveva parlare, continuò lei, al capocuoco dicendo che i dolci dovevano essere meragliosi essendo che i milanesi erano genti particolarmente ghiotte e golose.
"Cara Beatrice non capisco perché dobbiate parlare a me di queste fazzenduole, fate voi, vedete voi"
"Ma Voi ci mettete una buona parola e tutti vi stanno a sentire, a me no. Lo chef mi guarda sempre stranito"
"Voi li stranite tutti mia cara, è la Vostra grazia e bellezza"
Non voleva essere ironico, quasi le stava pensando sul serio i complimenti eppure Beatrice se la prese a male e gli piantò un muso lungo due stanze. Ercole il ciotto, pur di non continuare quella conversazione incoerente mandò a chiamare lo chef Adriano chiamato da tutti Adrià, uomo piccolo energico e spiritato. Ercole il ciotto trovava l'uomo particolarmente artistico e si piacevano assai, negli spazi recessi del proprio animo l'aspirazione era quella d'essere architetto e non di certo Duca. Chiaccherarono amabilmente mentre Beatrice li ascoltava annoiata. Lo chef Adrià era di fatto un cuoco geniale seppur troppo egocentrico comunque sempre eccentrico. Ascoltò corrugando la fronte i cambiamenti intervenuti sul menù e di lì a poco si misero a pensare a tutte le varianti possibili per i dolci. Deciso il tutto con il benestare del Duca e della Duchessa, lo chef Adrià un genio comunque sempre eccentrico fece ritorno nelle cucine e diede sbrigativamente gli ordini a tutta la brigata. Comandò lo chef pasticciere Oliver inglese (che quasi tutta la brigata pasticcera era inglese lì mandata a impararare ed esercitarsi che in Inghilterra si mangiava in maniera barbara), suo ottimo braccio destro e alleato, esecutore sopraffino di mettere in pratica tutta la propria destrezza nella preparazione dei dolci. La brigata si mise subito all'opera. Lo chef Oliver si mise di buzzo buono a inzuppare triffle per 300 persone ma nel mezzo dell'opera mancarono gli ingredienti. Si richiamò lo chef Adrià un genio comunque sempre eccentrico e ne nacquero alterchi e litigi sulla mancanza di abilità da parte del vivandiere nell'approviggionamento delle cucine di corte. Lo chef Adrià un genio comunque sempre eccentrico lo licenziò in tronco lanciando urli a destra e a manca e quasi si giunse alle mani. Alla fine il problema rimaneva e bisogna risolverlo in un baleno. Lo chef pasticciere Oliver in modo pratico annunciò che il problema sarebbe stato risolto. Lo chef Adrià un genio comunque sempre eccentrico lo seguì esausto e in men che non si dica provarono diverse varianti del truffle e alla fine si adottò il metodo di una crema all'inglese a strati con biscotti inzuppati nel vin santo. Servita in grandi coppe decorate con lo stemma del casato provarono e riprovarono sinchè il gusto risultò essere squisito per tutte le loro esigenti bocche. Quella sera gli ambasciatori milanesi assaggiarono il nuovo dolce e subissarono di complimenti i duchi estiensi. Tornarono a Milano raccontando meraviglie di un dolce sublime assagiato. Lo chef Adrià un genio comunque sempre eccentrico e lo chef pasticciere Oliver si salvarono la faccia e da un enorme insuccesso trovarono la via per l'approvazione e l'encomio generale. Denominarono il nuovo truffle zuppa inglese, perché lo chef pasticciere Oliver era molto fiero d'essere inglese, e per via che l'abitudine d'inzuppare biscotti s'era mantenuta.
Due secoli dopo, nelle stesse contrade una povera cuoca a una cena non sfarzosa ma ugualmente importante si trovò ad affrontare identici problemi. Erano finiti due importantissimi ingredienti: la crema all'inglese detta pasticciera e il vin santo. In un batter d'occhio d'ispirazione, decise che avrebbe usato l'alchermes al posto del vin santo e la crema al cioccolato alternata alla pochissima crema all'inglese. Venne subissata da lodi e quest'ultima versione è quella che tuttora viene preparata. Ma dello chef Adrià un genio comunque sempre eccentrico e dello chef pasticciere Oliver nessuno si ricorda benchè il dolce continui a chiamarsi zuppa inglese.

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agosto 11, 2006

Una terra in mezzo al mare


Sarà per come stiamo messi in mezzo al mare, una lunga striscia di terra tra oriente e occidente e capisci che dovevamo per forza diventare importanti ed entrare per forza di geografia nella storia umana, quando le navi erano piccole e pesanti e quando la Terra era enorme e non minuscola come adesso tanto che ognitanto vien voglia di scappare e andare che so su Marte. Sarà per la lunghezza eccessiva in mezzo al bacino del Mediterraneo, mare nostrum, l'unico mare che si conosceva, che le coste appaiono senza fine e se proprio ti metti in barca e la percorri tutta scopri quanto sia rilevante la differenza tra nord e sud. Quanto cambi il paesaggio tra una spiaggia e l'altra quanto cambi la zuppa di mare e la frittura tra un posto e quello dopo. Come cambia il colore man mano che cambi acque e venti e si scioglie dentro una dolorosa commozione nel vedere quanto è stato fatto a volte bene, a tratti martoriando spiaggie e terreni. Dall'alto Adriatico a quello basso sino a giungere allo Ionio e poi va dall'altra parte e passi al Tirreno e al mar della Liguria per non parlare di quelle due grandi isole che abbiamo in dotazione Sicilia e Sardegna. Cambiando acque i sapori si trasformano: la zuppa di scorfano non esiste proprio nell'Adriatico, che lo scorfano predilige lo scoglio, la trovi solo sul Tirreno e in particolare in Campania. La frittura è diversa di tratto in tratto, di porto in porto. Cambiano proprio i pesci che ci mettono dentro. Lo sappiamo che esiste la frittura surgelata che sembra una ricetta precisa regionale e solo di una certa città, ma sembra che quelli dell'industria agroalimentare abbiano deciso che quella e solo quella andasse bene. Se fate una capatina nei posti un po' sfigati, quelli non turistici, quelli tenuti da donne che hanno ben chiara stampata nella testa la parola territorio, allora la frittura assume una sua identità precisa che è solo di quella zona là e basta. Per non parlare della zuppa di pesce che ognuno fa come li pare, passi da quella ligure a quella del caciucco, a quella ostiense, a quella napoletana, quella basilicata, quella calabrese, che sono due piatti così diversi che sembrano non essere neanche regioni vicine, quella pugliese e vieni sù e c'è quella marchigiana, quella veneta e quella giuliana. Per non parlare delle diversità di sapore della zuppa tra città e città, basta solo un' erba che cresce unica in quella zona costiera che subito delimita e definisce la zuppa e nessun'altra ha lo stesso sapore. Una lunga striscia in mezzo al mare che ci rende particolari oserei dire unici, da soli non ci saremmo mai riusciti, neanche a pensarla giorni e giorni, per arrivare ad avere una terra così, distesa e lunga in mezzo all'acqua. A pensarci bene ti viene voglia di credere che a navigare non ci voleva molto, e neanche a cucinare visto quel che abbiamo e quasi verrebbe da credere che la mano di Dio è stato gentile a mettere una terra così in mezzo al mare e non a caso poi ha preteso il suo Stato e un sacco di chiese che stanno su questa striscia e ci stanno solo qui. A pensarci bene non si sa se bisogna essere grati ai movimenti geologici e ai terremoti per aver dato tanta grazia. A guardarla da lontano, a guardarla dal mare te ne innamori, l'ami di un'amore eterno e straordinario. Quando scendi sulla terraferma quello stesso amore ti scende e scompare di botto e ti deprimi come ti succede quando esci da un'esperienza tormentata e dolorosa. Mangi una frittura o una zuppa di mare, basta anche una bella scorpacciata di zuppa di cozze e ti riprendi subito. Strana 'sta cosa.

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