marzo 25, 2014

2014. TRIESTE.

Vi diranno che Trieste è la città di Joyce, di Svevo e di Saba. Vi racconteranno delle sinagoghe, delle chiese ortodosse e di quelle cattoliche. Vi diranno del bianco castello di Miramare e del suo parco sugli scogli. Vi racconteranno di quanto sia maestosa e altera l’apertura al mare della Piazza dell’Unità d’Italia. Vi diranno del Canale Grande e della Chiesa di S.Antonio e dei caffè letterari e delle tante gallerie d’arte.
Vi parleranno di Mitteleuropa e dell’Impero Austrungarico, come se non ne fossero mai ancora usciti, come se tuttora vivessero di sfarzo e potenza. Ah sì e vi riparleranno di Joyce e di Svevo e di Saba.
Ma non vi diranno che è la città della scienza con il suo Centro di Fisica Teorica, a Miramare. Preferiranno citarvi la principessa Sissi, valli a capire i triestini. Per non dire del laboratorio dell’Immaginario Scientifico e dell’Osservatorio Astronomico, come pure dell’Elettra Sincrotrone.

Oppure vi diranno che sono tutti matti, i triestini, che la follia a Trieste s'affaccia più frequente che in altri posti. Vi diranno che di certo è colpa della bora. Non vi racconteranno di quanto Trieste sia stata la città pioniera, attraverso Franco Basaglia, della ricerca OMS sui servizi della salute mentale.
Come non vi diranno che a Trieste c’è il Festival Cinematografico di fantascienza più importante d’Italia, per non parlare del prestigioso evento di moda e di ricerca ITS.
Vi racconteranno di famiglie decadute e ricchezze dilapidate, perché, e vai a capirlo il perché, ai triestini piace più il dramma della commedia. E vi diranno, di nuovo, che di certo è colpa della bora.
Ma per chi ci arriva la prima volta Trieste appare bella, anzi no, bellissima.
Forse è la costiera, forse è il mare pulito, forse è proprio l’aria tersa e nitida, forse è solo la luce. O forse è proprio la bora a renderla tanto diversa. 
E anche se si ha l’impressione che risulti lievemente sfasata rispetto la contemporaneità, è ben cosciente di essere “città di passaggio”, eppure nella sua essenza è rimasta “città di frontiera”.
Ah e io invece aggiungo che vivo qui adesso e mi piace e guardo dalla finestra i binari e la stazione e le gru e poi il mare. E tutto sembra più duro e semplice a Trieste con la bora, che dal molo Audace può far volare via come bisogna avere audacia per uscire con la bora violenta e avanzare affaticati, quasi senza respiro, per andare solo a lavorare. Quando si potrebbe stare a casa ad ascoltarla la bora.
Ma rimane che Trieste è una città bella, anzi no, bellissima. Non per dire. Sul serio.

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2 Comments:

Anonymous Raffa said...

Vedo che sei stata contagiata anche tu.
Lo sai, vero, che non si guarisce più?

7:20 PM  
Anonymous Agostino said...

Guarda che quasi due anni che salti il racconto di Natale... non so se mispiego

4:50 AM  

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