novembre 21, 2005

1983. Londra. Spaghetti House.



1983. Londra. Ci sono arrivata che avevo 23 anni, stavo bella stordita ed era il primo vero viaggio fatto da sola. Ci sono andata in autobus. Partenza:Piazza Castello, Milano. Un viaggio allucinante, lunghissimo: due giorni. Ho passato tutto il tempo sdraiata sugli ultimi sedili in fondo alla corriera guardando i paesaggi cambiare (colline, pianure, tetti francesi spioventi e neri) fino ad arrivare a Calais e laggiù si intravedevano le bianche scogliere inglesi a picco sul mare. Sono scesa dall'autobus e per poco non baciavo il traghetto. A Dover tutta felice mi sono comprata un cartoccio di fish&chips unto e bisunto e me lo sono divorato. Sono stata malissimo per le tre ore seguenti.
Londra era brutta, piena di punk, nera, sporca e povera. Una delizia. Adesso è bianca, pulita e opulenta. Un orrore.
Il metrò londinese: una roba da farti avere l'attacco di claustro in un nanosecondo. La metropoli: grande, tutto grande, ma con le case piccole e i giardini pure piccoli, gli autobus rossi e le cabine rosse.
Poi cerco casa e trovo una camera ad Highgate, accanto a un cimitero bellissimo, verdissimo e pieno di sterpaglie e di statue rotte. Un set da cimitero di cinema horror. Poi scopro che ci hanno seppellito Karl Marx.
Finisco tramite i soliti maneggi di amici di amici a lavorare per in uno strano locale Vecchia Milano. Ristorante che ai tempi apparteneva alla catena della Spaghetti House, un'istituzione a Londra negli anni '70 e '80. Mi mettono a fare la cassiera. Cazzo. Non ci capivo NIENTE di sterline e per una settimana ho fatto dei casini. Inenarrabili. Ma succede che uno sous chef una sera sta male e non viene e non si fa sentire e non si fa vivo. Non si farà più vivo. Il manager del posto furibondo vuole bruciare il locale, la cucina e tutti noi. Come se non bastasse la stessa sera quello che faceva tutta la linea del freddo, Gianni un vero tesoro di uomo, arriva fatto di ero (appena fatto giuro, l'occhio ceruleo con la pupilla a spillo) che non ce la fa neanche a stare in piedi e parte un'altra sclerata del manager. Nell'ansia di calmare le acque dico tranquilla (e poco furba): vado io in cucina.
Urla: tu non sai tenere una pentola in mano.
Lo guardo: ecco una cosa così a me che cucino dall'età di 8 anni non la dici e rispondo sicura (e poco furba): so cucinare.
Urla: facci vedere (e via di bestemmioni)
Insomma mi sono messa lì e ho fatto del mio meglio per non andare in merda. E quella sera non ci sono andata perché c'erano pochi clienti e poi ho preso il posto dello sous chef ai primi (ce n'erano 10 in carta. Uno svaccava a farsi tutta la linea e se non aveva la mano andava in merda dopo tre comande). Il giorno dopo che era sabato in merda ci sono andata, il locale era strapieno e tutti volevano mangiare la pasta. Per fortuna che Gianni mi aveva fatto fumare un cannone, altrimenti sarei andata in sala e avrei fatto io una bella sclerata alle teste di cazzo che aspettavano impazienti i miei primi. Cazzo. M'ero messa la cassetta dei Clash a tutto volume con la brigata che si schiattava dalle risate a vedermi impazzire dietro tutti i primi. Hanno cominciato a fare scommesse se fossi crollata oppure avrei tenuto il ritmo dei Clash. La brigata era di soli maschi che non si capacitava di avere acquisito una punk pazza scatenata. A fine serata mi hanno applaudito e io ho tirato un bestemmione e li ho mandati tutti a cagare. Gianni era un santo e si faceva tutti i venerdì, i sabati e le domeniche. Veniva sempre fatto di qualcosa (un giorno l'oppio, il giorno dopo la pasticca, Gianni si faceva una qualsiasi, l'importante per lui era non rimanere MAI lucido). Gianni io lo adoravo. Era bello, alto, magro, stranito e silenzioso. Un giorno è arrivato con un'abrasione di una corda che gli tagliava la gola. Un'echimosi non proprio bella da vedere. Gli ho dato il mio fazzoletto per coprirsi il collo. E poi un dì non si è fatto più vedere. L'ho chiamato a casa. Per giorni. Nessuno mai mi ha saputo dire che fine avesse fatto.

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3 Comments:

Blogger Sigrid said...

Ciao Piccola Cuoca! Sono passata qui davanti stasera per caso, ho sbirciato, ciò che ho visto passando mi è piaciuto, forse la prossima volta mi siederò e ordinerò qualcosa da spiluccare ;-))
(e benvenuta nel favoloso blogo-mondo pure a te... :-))

9:31 PM  
Blogger Unknown said...

anch'io ero li negli anni 80.
ma di sotto nella disco a fare il barman. mi hai fatto venire una nostalgia bestia...

1:13 PM  
Blogger Unknown said...

Io ho lavorato in discoteca alla fine degli anni 70, ancora oggi la nostalgia mi fa pingere...

5:03 AM  

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