agosto 11, 2006

Una terra in mezzo al mare


Sarà per come stiamo messi in mezzo al mare, una lunga striscia di terra tra oriente e occidente e capisci che dovevamo per forza diventare importanti ed entrare per forza di geografia nella storia umana, quando le navi erano piccole e pesanti e quando la Terra era enorme e non minuscola come adesso tanto che ognitanto vien voglia di scappare e andare che so su Marte. Sarà per la lunghezza eccessiva in mezzo al bacino del Mediterraneo, mare nostrum, l'unico mare che si conosceva, che le coste appaiono senza fine e se proprio ti metti in barca e la percorri tutta scopri quanto sia rilevante la differenza tra nord e sud. Quanto cambi il paesaggio tra una spiaggia e l'altra quanto cambi la zuppa di mare e la frittura tra un posto e quello dopo. Come cambia il colore man mano che cambi acque e venti e si scioglie dentro una dolorosa commozione nel vedere quanto è stato fatto a volte bene, a tratti martoriando spiaggie e terreni. Dall'alto Adriatico a quello basso sino a giungere allo Ionio e poi va dall'altra parte e passi al Tirreno e al mar della Liguria per non parlare di quelle due grandi isole che abbiamo in dotazione Sicilia e Sardegna. Cambiando acque i sapori si trasformano: la zuppa di scorfano non esiste proprio nell'Adriatico, che lo scorfano predilige lo scoglio, la trovi solo sul Tirreno e in particolare in Campania. La frittura è diversa di tratto in tratto, di porto in porto. Cambiano proprio i pesci che ci mettono dentro. Lo sappiamo che esiste la frittura surgelata che sembra una ricetta precisa regionale e solo di una certa città, ma sembra che quelli dell'industria agroalimentare abbiano deciso che quella e solo quella andasse bene. Se fate una capatina nei posti un po' sfigati, quelli non turistici, quelli tenuti da donne che hanno ben chiara stampata nella testa la parola territorio, allora la frittura assume una sua identità precisa che è solo di quella zona là e basta. Per non parlare della zuppa di pesce che ognuno fa come li pare, passi da quella ligure a quella del caciucco, a quella ostiense, a quella napoletana, quella basilicata, quella calabrese, che sono due piatti così diversi che sembrano non essere neanche regioni vicine, quella pugliese e vieni sù e c'è quella marchigiana, quella veneta e quella giuliana. Per non parlare delle diversità di sapore della zuppa tra città e città, basta solo un' erba che cresce unica in quella zona costiera che subito delimita e definisce la zuppa e nessun'altra ha lo stesso sapore. Una lunga striscia in mezzo al mare che ci rende particolari oserei dire unici, da soli non ci saremmo mai riusciti, neanche a pensarla giorni e giorni, per arrivare ad avere una terra così, distesa e lunga in mezzo all'acqua. A pensarci bene ti viene voglia di credere che a navigare non ci voleva molto, e neanche a cucinare visto quel che abbiamo e quasi verrebbe da credere che la mano di Dio è stato gentile a mettere una terra così in mezzo al mare e non a caso poi ha preteso il suo Stato e un sacco di chiese che stanno su questa striscia e ci stanno solo qui. A pensarci bene non si sa se bisogna essere grati ai movimenti geologici e ai terremoti per aver dato tanta grazia. A guardarla da lontano, a guardarla dal mare te ne innamori, l'ami di un'amore eterno e straordinario. Quando scendi sulla terraferma quello stesso amore ti scende e scompare di botto e ti deprimi come ti succede quando esci da un'esperienza tormentata e dolorosa. Mangi una frittura o una zuppa di mare, basta anche una bella scorpacciata di zuppa di cozze e ti riprendi subito. Strana 'sta cosa.

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