Con questo capitolo apro una sezione dedicata alla catalogazione del cliente che viene identificato per come arriva, dove si siede e cosa mangia.
Metti una città grande, caotica e fredda, colma di metropolitane, una città alla moda, una città di moda e ci metti dentro un po' di gente e poi via via cominci a vederla 'sta gente e diventano subito dei personaggi e devi dare loro da mangiare e diventano d'un colpo clienti.
Iniziamo: il cliente primogenere (sesso femminile)
Al tavolo del ristorante già l'aspettano le sue amiche che intanto si sono fatte fuori una boccia di vino e stanno strillando e disturbando tutti gli altri clienti. Si sono sedute al centro del ristorante e profumano così tanto che hanno mandato a ko tutto il setto nasale dei camerieri in sala e della brigata che sta in cucina. Primogenere arriva trafelata, vestita tutta charmant all'ultima ora, tacco 12, ha appena litigato con il taxista velenosamente, si siede dopo aver baciato e strapazzato le amiche e comincia a chiaccherare di tutti i suoi ultimi sbattimenti e avvenimenti (passando dal parrucchiere, l'estetista e arrivando agli uomini, in genere non propri ma quelli delle altre). Non prende il menù che il cameriere le porge gentilmente anzi neanche si accorge del cameriere che è in piedi da un'ora accanto alla sua sedia, che sfinito infine silenziosamente glielo lascia sulla tavola e si allontana.
Poi dopo mezzora di chiacchere a voce non bassa, alzandola di tre ottave: ma c'è qualcuno in questo posto? (che già definire posto un ristorante ha la capacità di far partire il nervo della chef).
Il cameriere si avvicina solerte e lei chiede: posso avere un bicchiere di vino e il menù?
Il cameriere la guarda e sta per prenderla a schiaffoni. Ma tant'è, paziente riprende il menù appoggiato al tavolo mentre le amiche iniziano a ridacchiare e glielo riporge.
Che vino avete? voglio vino bianco, anzi mi porti un calice di champagne
Non abbiamo champagne
In questo posto non c'è niente (e il cameriere la guarda e vuole ucciderla lì sul posto), allora portami un prosecco (il passaggio dal lei al tu al primogenere viene spontaneo e non si sa bene il perché). Anzi porta una bottiglia di prosecco.
Le amiche: ma noi stavamo bevendo il rosso.
Cosa cambia? (infatti da sempre vino rosso e prosecco si equivalgono) non importa, io voglio il prosecco.
Le amiche docilmente cedono.
Portaci anche delle patatine
Non abbiamo patatine
Lunga lotta di sguardi tra lei e il cameriere. Ridotto a un ammasso di cenere il cameriere si dirige rigido in cucina dove esplode in una sequela di rosario di bestemmie e insulti alla puttanavaccatroia che siede a quel tavolo laggiù mentre la chef tenta inutilmente di placarlo. Non appena la chef viene a conoscenza allibita della frase delle patatine ha un moto di stizza e vorrebbe uscire in sala per fare una sclerata. D'un tratto le parti s'invertono e il cameriere tenta di placare inutilmente la chef. Ritrovato entrambi l'equilibrio, il cameriere ritorna in sala con un sorriso stentoreo e inutile, portando degli stuzzichini che la chef ha buttato sul piattino scazzata. Ovvio primogenere non ringrazia. Il cameriere apre e versa il prosecco a lei e alle sue amiche. La boccia finisce in un nanosecondo.
Portane un'altra e ah altri stuzzichini che ho una fame che non ci vedo più.
Altro giro di stuzzichini e altro giro di bestemmioni. Del cameriere e della chef. Non si placano a vicenda.
Mentre tragugia il prosecco lei sta un'ora a sfogliare il menù e poi comincia:
Cosa prendo? voi cosa prendete? (ma non aveva fame?! non più, perché si è otturata di stuzzichini e di bollicine)
Le altre partono per dire la loro, e nel ristorante la musica di sottofondo viene coperta da urla sguaiate.
Ma io non ho voglia di carne
Prendi il pesce
Non ho voglia neanche di pesce
Prendi un primo, una pasta
Non posso, sono a dieta (che cazzo sei venuta a mangiare al ristorante?! ci si chiede perplessi)
Prendi una zuppa
No, mi gonfia la pancia (e questa qualcuno me la deve ancora spiegare!)
e dopo aver passato mezzora sul menù si decide
Un filetto con vicino un'insalata mista e il filetto lo voglio ben cotto (che la chef furba il filetto mette sempre nei menù, perché lo sa che esiste primogenere). E s'inizia che richiama il cameriere e non voglio l'insalata mista, solo il filetto. Poi richiama il cameriere e questa danza va avanti una decina di minuti e alla fine le amiche prendono di petto la decisione che non deve più stracciare le palle. Il cameriere ormai non ha più il suo solito sguardo. Lo ha sostituito con lo sguardo di un serial killer e vuole cospargere la tavolata di benzina e la chef lo incita pure lei.
Servito il filetto ben cotto (che sia ben cotto altrimenti lo rimanda indietro), l'insalata non dev'essere condita perché lei è a dieta e nessuno sa condire l'insalata, si avvicina il momento topico del dolce. E non ho mai ben capito ma primogenere ordina sempre e solo il sorbetto (d'estate, d'autunno, inverno e primavera il sorbetto!) che ovvio non dev'essere di limone, che è un'astringente e dopo l'elencazione da parte del cameriere,
questi gusti non mi piacciono ma il sorbetto all'arancia ce l'avete?
no non l'abbiamo (il tono del cameriere a questo punto è quasi strafottente)
in questo posto non c'è niente, portami una sambuca...
Riconoscerete di sicuro primogenere perché prende invariabilmente filetto e insalata e sambuca, perché è sempre molto poco gourmet e il cibo non sta nelle sue priorità e al ristorante va solo e semplicemente per farsi vedere e non per mangiare. Farsi notare è il primo atto della giornata di primogenere e quando entra al ristorante, riesce in un solo secondo a farsi odiare da tutti i camerieri presenti in sala. Mentre alla chef piacerebbe moltissimo cacciarla dal ristorante che passi l'insalata, passi la sambuca e il sorbetto, ma se c'è una cosa che proprio la chef trova ignobile e non piace è il filetto ben cotto. Come rovinare la carne morbida e renderla più dura di quello che dovrebbe essere. Insomma primogenere starebbe bene tra gli shampisti che se solo cambia salone ed entra in sala succede un dramma, se non fosse che i camerieri sono molto pazienti, più degli shampisti. La chef per niente. Per dire.
Etichette: L'unico cliente