Entra con lo sguardo deciso e preciso. Sa cosa vuole e come lo vuole. La solita tiger ai piedi e il solito trench H&M addosso, ai pantoloni la cintura con il marchio ben visibile. Un po' troppo visibile. Tutto tempestato di strass. Non ha letto il menù fuori, ma in quel locale voleva venirci da più di un anno.
Il cameriere gli va incontro sorridente e sollecito chiede: 'Vuole lasciarmi il cappotto?'
Cliente stringendosi il cappotto addosso: 'No grazie, lo tengo che ho ancora freddo'
Cameriere cerca di guidarlo verso il tavolo: ' Vuole sedersi lì?' indicando un bel tavolo in mezzo alla sala.
Cliente 'Ecco voglio...' d'un tratto guarda il ristorante bene e si perde. Gli sembra grande. Troppo. Lui voleva una cosa più intima e qui non sa dove andare. E la vita prende la brutta piega di una camicia stirata in modo perfetto, se non fosse per quella piega. Brutta.
Il cameriere perplesso segue lo sguardo del cliente.
Cliente' Ecco magari lì va bene' Indica un punto buio dell'angolo più nascosto del ristorante.
Cameriere sempre sorridendo 'Ma certo'. Da stolto qual'è non inizia a preoccuparsi.
Porta l'acqua e il pane, la lista dei vini e il menù. Il cliente non lo apre e fissa il cameriere 'Cosa avete di buono oggi?'
Cameriere tenta di mettere a proprio agio il cliente sorridendo che in quel momento s'è dimenticato tutto e fa mente locale sulle voci del menù 'Preferisce partire con un antipasto? con un primo? un piatto unico? un secondo?'
Il cliente si stordisce da tanto assillo. Comincia a non sapere cosa vuole. D'un tratto la fame non è più vera fame ma solo un leggero languore. Non sa che fare.
Il cameriere speranzoso 'Desidera iniziare con un piatto di culatello?'
Il cliente rimane sovrappensiero per cinque minuti e quindi pronuncia la frase 'Non so... me lo consiglia?'
Il cameriere sorridendo 'Ma certo!' convinto. Troppo. Il cliente alza lo sguardo insospettito, ma accenna ad un sì.
Il cameriere scrive febbrile e chiede volenteroso 'Vuole un secondo, un primo?'
Il cliente 'Ecco magari decido dopo...' Lo sguardo ora è veramente smarrito. Gli sembra d'annegare.
Il cameriere va in cucina e porge la comanda alla cheffa. Che lo guarda corrugando la fronte 'Ma ha fame oppure sta scaldando la sedia?'
Cameriere assorto 'Non sa'
Cheffa basita 'Ma tu l'hai consigliato?'
Cameriere 'Non so...' e appare smarrito egli pure.
La cheffa si prende la testa tra le mani e sospira 'cos'ho fatto di male? perché tutti a me?'. La litania viene sentita da tutta la brigata.
Il cameriere sembra essere andato in totale confusione. NNell'ansia di aiutare il mondo che non gira in modo normale alla sua normale ellissi intorno al Sole ma va avanti a scatti la cheffa domanda 'Vuoi che venga io?'.
Cameriere 'Magari dopo che ha mangiato il culatello? che dici?'
La cheffa lo osserva pensierosa e annuisce dubbiosa. Uscito il cameriere la brigata inizia il fuorilegio di commenti anti-camerieri che sono tutti cretini, idioti, portapiatti, deficienti, derelitti dementi, sfigati che ha incontrato nella propria affaticata e fottuta vita. La cheffa tenta di calmare gli animi 'Sù ragazzi non fate così!'
'Eddai cazzo, non sanno vendere, magari questo è un povero sfigato che non sa che giorno è oggi, dov'è, cosa ci fa qui...Insomma a questo bisogna dirgli mangia 'sto piatto, e poi ti dò quest'altro e poi ti faccio il dolce, non se ne può più di 'sti portapiatti che non sanno fare il proprio mestiere!'
La cheffa taglia corto 'Marcia il culatello e il gnocco fritto! Muovetevi!'
Il piatto è pronto e la cheffa presa da una sua particolare curiosità lo porta al tavolo e il cliente rimane basito di fronte al piatto.
La cheffa sorridendo che ha capito che il mondo è uscito dall'ellissi 'Il suo culatello'
Il cliente 'Ma io non lo volevo..cioè io pensavo di prendere...insomma io non l'ho ordinato'
La cheffa sorridendo riprendendo in mano il piatto e facendo leva affinchè il mondo riprenda la giusta traiettoria 'Non si preoccupi...cosa voleva in particolare?'
Il cliente affannato 'Ecco io non so...'
La cheffa lo guarda e poi con enorme gentilezza, poggia il piatto sul bancone, prende il menù, lo apre e glielo porge. Il cliente non lo legge, continua a guardare il vuoto e infine alza gli occhi verso la cheffa 'Lei cosa mi consiglia?'
La cheffa chiude il menù, osserva il cliente e snocciola con serietà 'Le faccio un piatto misto di alcune nostre proposte così assaggia tutto, poi le consiglio un secondo di pesce: la triglia con verdure di stagione e una salsa di fagioli cannellini con zafferano, e poi decidiamo il dolce...'
Il cliente si rilassa e quasi sorride e dice 'Ecco sì, però forse la triglia a me non so se piace molto...'
La cheffa sorridendo e spingendo il mondo verso l'esatta direzione 'Allora le facciamo un filetto...'
Il cliente scosso 'Il filetto? forse va bene il filetto...' sembra a disagio.
La cheffa sempre sorridendo sapendo bene che mai vorrà un piatto inusuale con quella cintura lì 'Abbiamo anche degli involtini di lattuga ripieni di riso, ricotta e ortica'
Il cliente in pieno marasma decisionale 'Non so se voglio mangiare degli involtini...'
La cheffa sorridendo e sfoderando una pazienza inusuale che le verrebbe da mandarlo a zappare la terra e rimandando il mondo verso l'ellissi sopracitata 'Facciamo così intanto le faccio degli antipasti, e poi magari mangia un primo...'
In cucina quando spiega la conversazione, la guardano come se fosse un extraterrestre 'Per fortuna che oggi non siamo pieni, altrimenti l'avresti mandato affanculo...'
La cheffa guarda la sala che lentamente si sta riempiendo. Fa un bel piatto che il cliente mangerà tutto. Ordinerà un risotto ma mentre la cheffa lo sta mettendo sul piatto il cameriere entra in cucina e cambia la comanda. La cheffa lo guarda e gli ordina 'Vendimelo a un altro tavolo!'
Il cameriere ritorna e dice che quel cliente lì ha ordinato un filetto e nel contempo tutto orgoglioso dichiara di aver venduto il risotto a un tavolo.
La cheffa di fronte alla richiesta del filetto sussulta 'Sei sicuro? LUI E' SICURO?'
Il cameriere alza le spalle 'Non so...'
La cheffa chiude gli occhi poi li riapre e vede il sous-chef che con il filetto in mano li osserva allibito.
Il cameriere ritorna dal cliente e dice alla cucina che sì possono andare con il filetto. Che ritornerà indietro. Piovono bestemmioni da parte dell'intera brigata ormai sulla via della rivoluzione, eppure la cheffa si sta divertendo, avendo in cuor suo deciso che quel cliente è da studio d'un trattato psicoanalitico.
La cheffa torna in sala dal cliente tormentato: 'Ecco io volevo farmi consigliare da lei...'
La cheffa sorridendo dando calci al mondo affinchè riprenda la traiettoria e continui a girare 'Non si preoccupi, vuole un primo! Le faccio un piatto di mezze maniche con vongole, fiori di zucca e zucchinettte. E' buono, si fidi!'.
Il cliente si rilassa e finalmente sorride 'Ah va bene'.
La cheffa lo fissa con il suo terzo occhio e viene fulminata dalla sensazione che l'indecisione di quel cliente le ha fatto comprendere la tragedia contemporanea della maggior parte degli esseri viventi. Prendere decisioni comporta fatica e determinazione. In quanto alla prima pochi vogliono farne e alla seconda pochissimi hanno un progetto e la coscienza di portarlo a termine. S'aggiunga la considerazione che in questo Occidente la fatica manuale s'è dimenticata e il fatto provoca infinite crepe negli animi di bipedi non senzienti. L'indecisione inaridisce i loro giorni che non si nutrono di dubbi e che li allontana dalla semplice gioia di vivere. E' un dramma. Vero. Per dire.
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