1887. Napoli. Zi' Teresa
1886. Napoli. La mareggiata aveva distrutto tutte le casupole e tra le onde burrascose del mare galleggiavano i resti del borgo Santa Lucia. Nei giorni seguenti s'iniziò a contare morti e feriti. Pure Luigia era rimasta senza casa e senza averi. Il marito se ne stava muto in fondo al mare tra onde e flutti che neanche gli occhi pieni di lacrime salate di Luigia riusciva a calmare. Il mare s'era intestardito a dare altra miseria e dolore alle genti del borgo. Luigia smise d'alluccare quando i tre figli attaccati alla gonna stracciata, divennero silenziosi. Non alluccò 'ché la fame dei figli era la sua stessa fame e si risolse perigliosa a chiedere aiuto a Achilleocugginosoie che sapeva essere conoscente d'OPrincipe. 'OPrincipe pareva essersi preso a cuore le sorti del borgo e Achilleocugginosoie si mise di buona volontà per aiutare addiscggrazziata con a carico gli orfani. Pareva che 'OPrincipe stesse per ricostruire tutto 'o Borgo Marinaro e pareva che riuscisse a farlo in tempi brevi. 'OPrincipe disse che nulla era pronto ma se proprio s'insisteva poteva lasciare le chiavi del vano attrezzi così ci stava pure qualcuno che controllava affinché nessuna sparizione avvenisse. Luigia con tutti i figli si trovò un tetto non bello e neppure sufficientemente areato ma almeno ringraziando tutti essanti e le maronne un tetto ci stava. L'anno dopo a tanta traggedia s'aggiunse la discggrazzia che il povero marito di Teresa 'acugginaafratesoia perse la vita in mare e rimase ella pure vedova con atrddoie figli. Le chiese ospitalità ma come si potevavo sfamare otto crisctiani senz'arte nè parte. Buona donna Teresa. ma Luigia non se la sentiva di prendersela sotto il tetto, mica per lo spazio ma per il cibo, chi c'ho tenneva 'oppane? chiamarono piangenti Achilleocugginosoie che si mise a pensare come fare che bisognava trovare una soluzione e intervenne la scintilla di ispirazione di trovare cibo per tanti e far lavorare bene tutti. I pescatori arrivavano e dovevano mangiare? esse figlie e spose di pisccatori o'pisc lo connoscevano. Sapevano bene come preparare pranzi con poco e sapevano cucinare e sapevano essere gentili e manco erano brutte anzi...Teresa era pure 'nabellagguagliona! Luigia era brava con i conteggi quindi perché non si mettevano a fare amarenna? Nei giorni seguenti benchè le due donne s'affannassero e richiamassero l'attenzione non erano molto capaci di vendere 'azuppaepisc, efreselleconapummarolaeccuozz, 'apastaefasuli. Poveri piatti erano e allora di nuovo chiamarono 'Achilleocugginosoie, che ne pensò un'altra migliore: tavola imbandita fuori sotto la tettoia e loro che mangiavano guardando serenamente il golfo di Napoli e il Vesuvio nironiro che annanzalloro si stagliava. 'Aggente passava e vedeva queste due mangiare, rirere e ancora rirere, i guagliuncelli che portavano i piatti, pareva 'no quadro. S'avvicinarono a chiedere informazioni e se si poteva mangiare e nei giorni seguenti si faticò assai e tutti si trasformarono in cucinieri e si puliva 'opisc e s'impiattava 'apastaefasuli. E 'apastaefasuli divenne un piatto che solo lì si mangiava.
Teresa ammucchiava tutti i resti d'apasta e li metteva in uno straccio e li sbatteva forte forte per terra, sgarrupandoli. Nella pentola di rame faceva soffriggere inta 'a sugna aglio e sedano e aggiungeva i cannellini piccoli e bianchi, poi metteva 'asarsadipummarola e un po' d'acqua salata e faceva andare per ore e poi versava tutta la pasta sgarrupata. Intanto 'oppane lievitava. Si impastava ancora 'oppane e quindi lo si cuoceva al forno. Teresa sminuzzava l'erbe friscch: 'opertosino, 'obasilico e 'oricano e quando 'apastaefasuli stava pronta la versava nelle ciotole accompagnata dal pane appena cotto e sopra ci spruzzava 'nachianta d'erbe. Il profumo d' 'apastaefasule di Teresa e Luigia andava profumando pure 'obborgo Santa Lucia. Tutta incoppa a via 'oprofumo si sentiva.
Col tempo nel vano attrezzi s'organizzò che il focolare stava dietro mentre davanti stavano le vasche di stagno con zucapeci, janculilli, alici e'sperone, sementare, ruonghi 'e scoglio, capozzi, e lustri, spinole di pietra, sguette, fragaglie, umbrine di scoglio, rentici e scorfane de ciglio, scarzusi, rancitielli e ranci felloni, spernocchie e sconcigli, cozziche grandi e piccoli, datteri, camadie e cannolicchi ferrari, totanini e pulpi, vurpesse e ancine mascule, insomma mille e mille pesci e mollusci che annanzi al golfo nuotavano di notte e al mattino stavano acquati nelle vasche chiene d'acqua do mare annanz alla trattoria.
I figli crebbero e il vano attrezzi s'allargò e divenne Zi Teresa annanzi al golfo annanzi al Vesuvio nironiro into obborgo Santa Lucia, into 'o quartiere San Ferdinando.
Zi Teresa, borgo Marinari 1, Napoli, tel: 081 7642565 (chiusura lunedì)
(ci andai la prima volta che avevo 10 anni e nel menù c'era pastaefasule. Ci ritornai anni dopo. Si mangia bene. Ma pastaefasule non so se ci sia ancora).
Teresa ammucchiava tutti i resti d'apasta e li metteva in uno straccio e li sbatteva forte forte per terra, sgarrupandoli. Nella pentola di rame faceva soffriggere inta 'a sugna aglio e sedano e aggiungeva i cannellini piccoli e bianchi, poi metteva 'asarsadipummarola e un po' d'acqua salata e faceva andare per ore e poi versava tutta la pasta sgarrupata. Intanto 'oppane lievitava. Si impastava ancora 'oppane e quindi lo si cuoceva al forno. Teresa sminuzzava l'erbe friscch: 'opertosino, 'obasilico e 'oricano e quando 'apastaefasuli stava pronta la versava nelle ciotole accompagnata dal pane appena cotto e sopra ci spruzzava 'nachianta d'erbe. Il profumo d' 'apastaefasule di Teresa e Luigia andava profumando pure 'obborgo Santa Lucia. Tutta incoppa a via 'oprofumo si sentiva.
Col tempo nel vano attrezzi s'organizzò che il focolare stava dietro mentre davanti stavano le vasche di stagno con zucapeci, janculilli, alici e'sperone, sementare, ruonghi 'e scoglio, capozzi, e lustri, spinole di pietra, sguette, fragaglie, umbrine di scoglio, rentici e scorfane de ciglio, scarzusi, rancitielli e ranci felloni, spernocchie e sconcigli, cozziche grandi e piccoli, datteri, camadie e cannolicchi ferrari, totanini e pulpi, vurpesse e ancine mascule, insomma mille e mille pesci e mollusci che annanzi al golfo nuotavano di notte e al mattino stavano acquati nelle vasche chiene d'acqua do mare annanz alla trattoria.
I figli crebbero e il vano attrezzi s'allargò e divenne Zi Teresa annanzi al golfo annanzi al Vesuvio nironiro into obborgo Santa Lucia, into 'o quartiere San Ferdinando.
Zi Teresa, borgo Marinari 1, Napoli, tel: 081 7642565 (chiusura lunedì)
(ci andai la prima volta che avevo 10 anni e nel menù c'era pastaefasule. Ci ritornai anni dopo. Si mangia bene. Ma pastaefasule non so se ci sia ancora).
3 Comments:
PS: Gianfranco Vissani ha fatto esperienza da Zi' Teresa!
ci ho mangiato proprio oggi: bene, ma.......penne al catrtoccio con frutti di mare e gamberi.....c'era la panna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
beh, zi' teresa non l'avrebbe messa......il locale è carino e si sta bene, però! buon servizio, atmosfera piacevole e rilassata.....ah, quella panna!!
Was Teresa's last name Buonanno?
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