Quando e perché
Ero veramente piccola quando mia madre mi portò a vedere la televisione in bianco e nero dalla vicina perché trasmettevano il funerale del Presidente Kennedy. Rimasi a guardare ipnotizzata una fragile donna vestita di nero con due bambini per mano che s'avvicinavano al feretro. E vidi il mio coetaneo bambino vestito con un cappottino alzare la mano e toccare la bara. Chissà perché mia madre e tutti i presenti nella stanza avvolta dal silenzio si misero a piangere. Rimasi sorpresa che d'improvviso non vi fosse più silenzio ma il suono del pianto. Ero troppo piccola per capirne la ragione.
Guardo questa foto adesso: è stata scattata nel 1972, a sinistra c'è Indira Gandhi uccisa per mano di una delle sue guardie del corpo sikh nel 1984, in mezzo Ali Bhutto impiccato nel 1976, a destra sua figlia Benazir Bhutto uccisa in un attentato nel 2007.
Mi domando quando avverrà che non si muoia facendo politica. Nutro la strana sensazione che semmai dovesse accadere allora non sarà più vera politica. E lo ha scritto in modo preciso e chiaro la più giovane del gruppo nella foto:
"Il Pakistan è un Paese nel quale la politica è qualcosa di molto radicato, che si pratica in massa, con un contatto faccia a faccia, persona a persona. Qui non siamo in California o a New York, dove i candidati fanno campagna elettorale pagando i media o spedendo messaggi e posta abilmente indirizzata. Qui quelle tecnologie non soltanto sono logisticamente impossibili, ma altresì incompatibili con la nostra cultura politica. Il popolo pachistano - a qualsiasi partito esso appartenga - ha voglia, si aspetta di vedere e ascoltare i leader del proprio partito, e di essere parte integrante del discorso politico. I pachistani partecipano ai comizi e ai raduni politici, vogliono ascoltare direttamente e senza intermediari i loro leader parlare con megafoni e altoparlanti. In condizioni normali tutto ciò è impegnativo. Con una minaccia terroristica che incombe è straordinariamente difficile. Mio dovere è far sì che non sia impossibile."
Dicamocelo: la vera politica è questa roba qui. Ci si sporca le mani e la faccia è vero. Ma è stare con le persone, guardarle in faccia, ascoltarle, dar loro un futuro e farle sognare mentre si tenta di trovare delle pratiche soluzioni a minuscoli ed enormi problemi. Sbagliando ma avendo in testa un obiettivo con l'interiore scala di valori vicino alla grandezza del bene comune. E per fare questo si muore ammazzati. A me Benazir Bhutto piaceva. Mi piaceva giusto perché UNICA, non era solo un nome ma anche un fatto nell'esserlo stata nella vita del Pakistan. Ma non nella morte. C'è questa foto qui che ce lo ricorda.
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