E si vive pericolosamente
Ogniqualvolta passavo da quella via vedevo la vecchia cascina e mi facevo un sacco di film, di come doveva essere Milano in un altro tempo con un vecchio portone e un grande giardino con la sua corte e le stanze che s'affacciavano sull'aia. E poi un giorno la cascina s'è aperta, era un giorno di settembre e ho letto che c'era il progetto Cuccagna e ci sono entrata e lì, nel vicolo Cuccagna, c'ho avuto una visione.
C'ho visto un'enorme cucina con le assi di legno e la cappa in mezzo e le sedie di paglia e le pentole di rame e le zuppe e le minestre, e fuori la serra di erbe aromatiche e dall'enorme cucina uscivan odori buoni e succulenti e tanta gente attorno che faceva di nuovo della cascina un posto vivo e si dava da mangiare agli affamati di stomaco e di spirito.
Allora ce l'ho detto alla cooperativa che se non hai un progetto rivoluzionario che cazzo di senso dai alla vita tua? insomma guardatevi in giro: una quintalata di persone mangia male, butta via il cibo, è grassa perché è povera, perché è sola, perché è abbandonata, perchè nessuna dà loro da mangiare...e parlavo e parlavo e mi hanno ascoltata e forse han capito che fare un semplice ristorante era da poveri illusi. Insomma è meglio dar da mangiare ai poveri di stomaco e di spirito che fare il ristorante senza un senso alto e dispendioso.
Insegnare il surplus alimentare, il cibo povero e il cibo dei poveri ai poveri di spirito affinché s'arricchiscano di stomaco e di mente, insegnare a produrre e riciclare, insegnare a non buttar nulla, proprio qui a Milano alla cascina Cuccagna.
Sì lo so: è un'idea antica, viziata dagli anni del collegio cattolico, sì lo so: sono pazza, ma qui si vive pericolosamente e devo trovare un sacco di sponsor e un sacco di soldi.
Ekkekkazzo mica mi chiamo Gesù. Mi chiamo Giovanna, (la pazza). Per dire.
C'ho visto un'enorme cucina con le assi di legno e la cappa in mezzo e le sedie di paglia e le pentole di rame e le zuppe e le minestre, e fuori la serra di erbe aromatiche e dall'enorme cucina uscivan odori buoni e succulenti e tanta gente attorno che faceva di nuovo della cascina un posto vivo e si dava da mangiare agli affamati di stomaco e di spirito.
Allora ce l'ho detto alla cooperativa che se non hai un progetto rivoluzionario che cazzo di senso dai alla vita tua? insomma guardatevi in giro: una quintalata di persone mangia male, butta via il cibo, è grassa perché è povera, perché è sola, perché è abbandonata, perchè nessuna dà loro da mangiare...e parlavo e parlavo e mi hanno ascoltata e forse han capito che fare un semplice ristorante era da poveri illusi. Insomma è meglio dar da mangiare ai poveri di stomaco e di spirito che fare il ristorante senza un senso alto e dispendioso.
Insegnare il surplus alimentare, il cibo povero e il cibo dei poveri ai poveri di spirito affinché s'arricchiscano di stomaco e di mente, insegnare a produrre e riciclare, insegnare a non buttar nulla, proprio qui a Milano alla cascina Cuccagna.
Sì lo so: è un'idea antica, viziata dagli anni del collegio cattolico, sì lo so: sono pazza, ma qui si vive pericolosamente e devo trovare un sacco di sponsor e un sacco di soldi.
Ekkekkazzo mica mi chiamo Gesù. Mi chiamo Giovanna, (la pazza). Per dire.
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