Sui rami alti del pruno
L'incaricato a salire e raccogliere le prugne nei rami più alti del pruno era il piccolo Gustavo dalla orecchie a sventolina. S'arrampicava leggero e veloce, tanto che pareva una scimmietta, e staccava i frutti altrettanto velocemente, riempiendo il paniere in quattro e quattrotto.
Mentre correvano zoppicando sentirono il rombo delle camionette tedesche. Il piccolo Gustavo mentre si dirigeva verso casa, avendoli intravisti sulla strada da lontano, si trovò la via sbarrata dal pruno su cui s'arrampicò veloce. Lui lo sapeva che le persone non guardavano mai in alto. E lassù si calmò sentendosi al sicuro tra i rami alti carichi di gemme.
Le due camionette entrarono nell'aia e scesero i tedeschi e quasi l'intera famiglia stava uscendo di casa con aria apprensiva. Spianarono le armi facendo alzare le mani e le braccia, mettendola contro il muro di casa. Papà Angelo proprio in quel momento uscì dalla stalla e s'avvicinò al comandante che stava ordinando qualcosa ai suoi soldati. Camminava a testa alta, non mostrando segni di paura, con la fronte corrugata e si fermò di fronte al tedesco. Che corrugò a sua volte la fronte e iniziarono a parlare ma il piccolo Gustavo non riusciva a sentire niente, 'ché era troppo lontano e in alto. La conversazione ebbe fine quando papà Angelo scosse la testa deciso.
Abbracciato al ramo del pruno, guardò impotente il comandante puntare la pistola alla tempia di papà Gustavo che se ne stava immobile con gli occhi azzurriazzurri fissi in quelli del comandante. E proprio allora uscì mamma Grazia. Che si avviò decisa incontro ai militari e li guardò a uno a uno e poi disse qualcosa indicando i figli e i parenti radunati in fila. Disse qualcosa e di nuovo il piccolo Gustavo non riuscì a sentire. Fissava ipnotizzato la scena, aspettando senza respirare che i militari iniziassero a sparare alla sua famiglia radunata contro il muro del casolare.
Il comandante abbassò la pistola e tutti i militari parvero rilassarsi. Poi diede un ordine e quattro di loro entrarono in casa. Era tutto avvolto in un silenzio pesante. Aspettò che militari uscissero di casa e finalmente dopo un tempo che giudicò lunghissimo i soldati vennero fuori, trasportando uova, farina, burro, latte, polenta, zucchero, sale e sacchi di polenta. Si avviarono verso il pollaio e presero le galline e i conigli. Entrarono nella stalla e trascinarono fuori il maiale, che strillava e scalciava. Allora uno di loro estrasse la pistola e gli sparò alla testa, gli strilli cessarono di colpo mentre il suono dello sparo rimbombò nell'aia. Sussultarono e capirono che sarebbero morti. Nessuno parlò o pianse o pregò. Rimasero fermi contro il muro. Zia Giovanna cominciò a pregare sileziosamente, zio Giovanni respirò piano. I tedeschi caricarono sulla camionetta le vettovaglie razziate. Il comandante intanto aveva rinfoderato la pistola e seguiva il caricamento. Il maiale pesava e ci vollero ben quattro di loro per tirarlo sù. Poi il comandante si avvicinò di nuovo a papà Angelo e gli sibilò qualcosa. Nessuna risposta, nessun accenno, nessun abbassamento di occhi. Mamma Grazia era ferma in mezzo all'aia, fece pochi passi e fu vicina a papà Angelo. Il comandante disse qualcosa anche a lei. Mamma Grazia alzò il mento e di nuovo indicò tutta la propria famiglia appoggiata al muro. Il piccolo Gustavo conosceva quell'alzata di mento. Mamma Grazia era rabbiatissima.
Il comandante gridò un ordine ai soldati e si avviarono sulla camionetta, lui pure si girò e montò davanti, il guidatore mise in moto e partirono sgommando.
Papà Angelo si volse verso mamma Grazia scuotendo la testa, le disse qualcosa e le accarezzò la guancia. Lei si volse verso la famiglia che si stava staccando a pezzi e stava correndo verso di loro, rimasti fermi in mezzo all'aia, li avvolsero in un abbraccio, senza riuscire a sorridere o a piangere. S'avviarono verso casa e mentre entravano mamma Grazia si volse e guardò verso i campi, e alzò lo sguardo verso il pruno e il piccolo Gustavo seppe che era stato visto. Lo seppe perché la mamma Grazia aveva piegato la testa e lo faceva sempre quando lui ne faceva una delle sue.
"E poi?" chiese la figlia. "E poi quella volta non le ho ciapade" rispose papà Gustavo
"Ma ti aveva scoperto" "Sì. Ma xero massa in alto sul pruno" disse papà Gustavo con il tipico sogghigno del ragazzino astuto che è riuscito a farla franca.
Non gli venne da raccontare che la mamma Grazia prima di richiudere la porta dietro di sè, gli aveva sorriso. E lui quel sorriso lì non l'aveva mai visto. Un sorriso così unico e speciale che era uguale al sapore della marmellata di prugne, quelle migliori, che stavano nei rami più alti del pruno.
Etichette: Amarcord