settembre 08, 2006

lapiccolacuoca va al cinema: Un americano a Roma



S'inaugura la kritika gastronomica cinematografica. Di cinema se ne vede abbastanza e crediamo nel valore (dis)educativo di questa nuova arte maggiore. Spezziamo una lancia a favore di quel cinema dedicato al cibo e alla cucina in particolare di quella italiana, benché non vi siano capolavori di grandi cineasti italiani dedicati alla nostra tavola. O meglio ce ne sono ma tra le pieghe e bisogna cercarsi le scene che ti dicono tutto.
Si parte da un classico girato nel 1954 da Steno: Un americano a Roma. Chi non l'ha visto alzi la mano. Ecco tu laggiù, sei l'unico. Fuori! comprati il DVD, guardatelo, fai qualcosa per approfondire la tua kultura, 'che stai messo male.
In cotesta pellicola si narrano le vicende del burino romano di nome Nando Moriconi (uno spettacolare Alberto Sordi) con la fissa dell'America e degli americani. Ne combina di ogni con questa mania, una summa di cornuto e mazziato. La scena che tutti ricordano è la scena degli spaghetti. E' sera Nando amerricanodekansascity ha fame, si prepara quindi un beverone con dentro varie e inenarrabili schifezze, lo tragugia e lo spruzza schifato, in un momento di alta veritas da pancia vera si ingozza di un piattone di spaghi pieni di sugo. E' questa una scena sintetica e veritiera. Meglio un piatto di spaghi che un hamburger. Abbiamo conquistato il mondo con la pizza, il mandolino e la mafia, vuoi che non ci siano gli spaghetti? Perché c'è da aggiungere che nessuno sa mangiare gli spaghetti come gli italiani. Provate e osservare gli altri (francesi, tedeschi, inglesi, orientali ecc.) nessuno è capace d'arrotolare attorno ai rebbi gli spaghetti senza l'aiuto di un cucchiaio. Ore di lezioni a tavola, di immedisimazioni gestuali da parte d'intere generazioni, l'homus italicus si distingue e contraddistingue da questo semplice gesto: l'avvolgimento dello spaghetto sulla forchetta con precisione e abilità. E' da quando hanno inventato la forchetta con oltre due rebbi (XVI sec. circa) che lo spaghetto ha avuto un suo formale avanzamento sulle tavole italiche. E' il modo in cui si mangia lo spaghetto che ci fa dire siamo noi, abbiamo una nostra identità culturale e lo spaghetto ci ha unito molto più di quanto abbiamo fatto gli americani nel '43, di cui Nando è follemente innamorato. Ma l'adorazione del soggetto non riesce ad arrivare alla sua papilla gustativa. E' lì Nando precipita. Lì Nando non può amare l'America. Quella scena entra nei nostri cuori perché ci ha spiegato com'è che siamo famosi in tutto il mondo. Perché mangiamo bene. E i nostri spaghetti sono i migliori del mondo, hai voglia a dire i cinesi. I cinesi li mettono nel brodo in mille zupponi... vuoi mettere con un sugo all'amatriciana? Non ci sono paragoni! Il pasticcione Nando con il suo dramma umano (che ci fa divertire perché è troppo sfigato), mangia con gusto il suo piattone di pasta e ci dà una simbolica chiave di lettura sull'Italia del dopoguerra migliore di mille saggi e romanzi. Una sola scena e c'è dentro la fame e l'abbondanza. Tra gli sceneggiatori ci sta Ettore Scola. Mica per dire ma sul serio.

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

"Maccarone...Tu m'hai provocato...e io me te magno"

3:53 PM  
Blogger LaCuocaRossa said...

questa a diamo al sorcio...questa ar gatto...co questa ce scaccio e cimici...

5:26 PM  
Blogger Lajules said...

Ho visitato il tuo blog per la prima volta, e mi sono innamorata dell'illustrazione di Massimo Giacon. Ho un servizio di piatti da pizza da lui disegnato che e' la fine del mondo (per Alessi). Ma l'illustrazione da dove viene?
Forza Albertone ora e sempre.

12:33 AM  
Blogger Lajules said...

Grazie del commento su TheDeadChef: sarai presto linkata anche tu! Mi piacciono i blog culinari, ma, cucinando veloce e di rado, mi piace leggere anche di qualcos'altro, come offerto dal tuo blog.

Leggo nel tuo profilo la passione per il punk vecchia maniera. Credo tu tu riferisca agli anni '70, ma se ti interessa qualcosa di un pelo piu' recente, io vivo a Washington, DC, la mecca del punk anni '80 e '90 di Bad Brains, Fugazi e Lungfish. Mio marito e' un punk-rocker e lavora alla Dischord. L'altra sera mi ha portato a vedere gli Avengers e si e' commosso... Io sono piu' anglofona e quindi Robyn Hitchcock e i Soft Boys sono i miei preferiti.

Ti diro' anche che ho mostrato i piatti da pizza di Giacon e i punkrockers (ora designers) sono impazziti.

Saluti!

4:08 PM  

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