Le fioraie di Chennai
Da piccola quando mi chiedevano: "Cosa vuoi fare da grande?" rispondevo "La fioraia".
Ora questa particolare domanda che le persone alte sempre rivolgono alle persone corte* a me pare assai assai demente. Bisogna essere particolarmente idioti per ritenere che un particolare desiderio di una persona corta possa valere per un'intera lunga esistenza. Pare ovvio che quando la persona corta diventa persona alta i desideri d'un tempo vanno scemando per acquisirne altri ben piu' materiali ed evanescenti. Le aspettative di una persona corta sono illimitate e' vero. Ma a breve termine. Sono i tempi lunghi a non essere in sintonia con le persone corte. Va da se' che con l'avanzare degli anni le persone corte s'allungano diventando persone alte. Eppura la persona corta che e' stata non svanisce, anzi, alberga nascosta in un angolo, e bizzarramente a volte ritorna disinvolta sotto i riflettori della memoria della persona alta. Se il ricordo del mio lontano passato scolastico non m'inganna Pascoli parlava del 'fanciullino', del bimbo che vive dentro di noi. Fanciullino che spesso facciamo languire a furia di stenti materiali.
Succede che mentre cammino per le strade di Chennai (continuo infatti imperterrita nelle mie azioni cineticamente peripatetiche) m'imbatta sovente nei recessi di strade trafficate in donne splendidamente coperte da sari colorati d'oro e gialli smaglianti che infilano fiori di profumato gelsomino, oppure piccoli crisantemi gialli per inanellare corone da donare agli dei chiusi nei templi alle loro spalle.
Vicino casa ho scoperto una bancarella con la fioraia piu' minuscola dell'universo. Pare Pollicina. Va da se' che tutti i giorni passandole davanti acquisto una sua corona di gelsomini. La fioraia Pollicina e' minuscola con due enormi gioielli al naso a forma di fiori sgargianti e appartiene a un'era antica e ha un'eta' indefinita. Non e' vecchia bensi' anziana, ha gli occhi sereni e senza tempo. Sta con in piedi nudi appoggiati alle ruote della sua bancarella, sotto il sole battente e se capita una pioggia scrosciante tira fuori un ombrello bucherellato per continuare imperterrita il suo lavoro paziente e aggraziato. Ci sorridiamo sempre, le passo le rupie e allegramente mi offre la coroncina. Ora ci siamo accordate che la pago una volta a settimana. Miei cari letttori a scanso d'equivoci non essendo una socialista anni'80 do i soldi in anticipo che non ho cuore di farmi addebitare il conto.
Ve ne sono ovunque di fioraie sulle strade di Chennai. E son sempre ordinate, i capelli ben pettinati in lunghe trecce inanellate da corone di bianchi gelsomini profumati, il sari piegato a regola d'arte, le mani che si muovono eleganti e svelte nell'infilare i fiori uno dietro l'altro mentre il profumo che di fronte a loro si leva lascia storditi. Le bancarelle sono un piccolo mondo a parte nel caos che ovunque circonda il centro, sono un universo ordinato, pulito e profumato, gentile e femmineo, preciso e accurato. Cosi' mi sono affezionata alla mia fioraia Pollicina che sempre sta vestita di sari verdi, gialli e rosa sgargianti perche' il nero non le si addice. E se dovessero chiedere alla persona corta che tuttora staziona lieve dentro di me "Cosa vuoi fare da grande?", di sicuro tornerebbe alla luce e sussurrebbe ancora "La fioraia".
*si ringrazia Emmebi della fulminante definizione di bambino= persona corta.
Ora questa particolare domanda che le persone alte sempre rivolgono alle persone corte* a me pare assai assai demente. Bisogna essere particolarmente idioti per ritenere che un particolare desiderio di una persona corta possa valere per un'intera lunga esistenza. Pare ovvio che quando la persona corta diventa persona alta i desideri d'un tempo vanno scemando per acquisirne altri ben piu' materiali ed evanescenti. Le aspettative di una persona corta sono illimitate e' vero. Ma a breve termine. Sono i tempi lunghi a non essere in sintonia con le persone corte. Va da se' che con l'avanzare degli anni le persone corte s'allungano diventando persone alte. Eppura la persona corta che e' stata non svanisce, anzi, alberga nascosta in un angolo, e bizzarramente a volte ritorna disinvolta sotto i riflettori della memoria della persona alta. Se il ricordo del mio lontano passato scolastico non m'inganna Pascoli parlava del 'fanciullino', del bimbo che vive dentro di noi. Fanciullino che spesso facciamo languire a furia di stenti materiali.
Succede che mentre cammino per le strade di Chennai (continuo infatti imperterrita nelle mie azioni cineticamente peripatetiche) m'imbatta sovente nei recessi di strade trafficate in donne splendidamente coperte da sari colorati d'oro e gialli smaglianti che infilano fiori di profumato gelsomino, oppure piccoli crisantemi gialli per inanellare corone da donare agli dei chiusi nei templi alle loro spalle.
Vicino casa ho scoperto una bancarella con la fioraia piu' minuscola dell'universo. Pare Pollicina. Va da se' che tutti i giorni passandole davanti acquisto una sua corona di gelsomini. La fioraia Pollicina e' minuscola con due enormi gioielli al naso a forma di fiori sgargianti e appartiene a un'era antica e ha un'eta' indefinita. Non e' vecchia bensi' anziana, ha gli occhi sereni e senza tempo. Sta con in piedi nudi appoggiati alle ruote della sua bancarella, sotto il sole battente e se capita una pioggia scrosciante tira fuori un ombrello bucherellato per continuare imperterrita il suo lavoro paziente e aggraziato. Ci sorridiamo sempre, le passo le rupie e allegramente mi offre la coroncina. Ora ci siamo accordate che la pago una volta a settimana. Miei cari letttori a scanso d'equivoci non essendo una socialista anni'80 do i soldi in anticipo che non ho cuore di farmi addebitare il conto.
Ve ne sono ovunque di fioraie sulle strade di Chennai. E son sempre ordinate, i capelli ben pettinati in lunghe trecce inanellate da corone di bianchi gelsomini profumati, il sari piegato a regola d'arte, le mani che si muovono eleganti e svelte nell'infilare i fiori uno dietro l'altro mentre il profumo che di fronte a loro si leva lascia storditi. Le bancarelle sono un piccolo mondo a parte nel caos che ovunque circonda il centro, sono un universo ordinato, pulito e profumato, gentile e femmineo, preciso e accurato. Cosi' mi sono affezionata alla mia fioraia Pollicina che sempre sta vestita di sari verdi, gialli e rosa sgargianti perche' il nero non le si addice. E se dovessero chiedere alla persona corta che tuttora staziona lieve dentro di me "Cosa vuoi fare da grande?", di sicuro tornerebbe alla luce e sussurrebbe ancora "La fioraia".
*si ringrazia Emmebi della fulminante definizione di bambino= persona corta.
Etichette: La mia Madras
8 Comments:
il fedi, che non è persona alta ma è sempre stato corto,per anni era inorridito all'idea che ai corti potesse solo capitatre di diventare dei fiammiferai. Chiaro, altre latitudini! un beso. ilfedidimi
Fede ammmore!! scrivimi a ggiuliam@gmail.com, ho perso la tua email! bacione
che bel ritratto della fioraia :-) grazie per questa cartolina al gelsomino
Splendido post. Un angolo di bellezza e di pace profumata.
Grazie, il profumo dei gelsomini accompagnerà la mia giornata!
Meglio il profumo del gelsomino che quello del curry.
Un beso.
gigio
A me invece l'abbinamento gelsomino e curry mi ispira un monte :)
questi post sono bellissimi, complimenti!
Annika
ricevuto ancora niente. magari ci vuole un po'.
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