Bello e dannato
Questa e' una bella storia e la racconto. Perche' c'e' Bollywood, perche' c'e' la mafia, perche' ci sono i terroristi.
Lui si chiama Sanjay Dutt. Ha 48 anni e la vita gli e' stata generosa e crudele (come lo e' in genere la vita mi si dira'). I fatti si svolsero nel lontano 1993 e allora aveva 34 anni ed era nel pieno del suo successo.
Prima lui un gran bel ragazzo, era giovane, era ricco ma soprattutto era figlio dei due attori piu' famosi dell'India. Forse non resse la pressione dei media, della fama, dei flash, del bel mondo, fatto sta che inizio' a farsi come un dannato e fini' per frequentare le solite brutte compagnie. I genitori non credettero a tanta sfortuna e pensarono che il copione potesse essere cambiato. Tentarono di recuperarlo e lo fecero ricoverare in una famosa clinica di disintossicazione del Texas. Ma nel mentre la madre mori' di tumore al pancreas, gettando l'India in un lutto quasi nazionale. La madre si chiamavama Nargis ed era bellissima.
Il ragazzo non resse al dolore e di nuovo si strafece. Eppure l'India continuo' ad amarlo e Bollywood lo fece lavorare e il regista Subhash Ghai nel 1993 lo diresse in un film che tutti gli indiani conoscono a memoria: Khalnayak una bella storia di mafiosi, dove lui faceva il cattivo della situazione. Gli indiani lo adorarono come avevano adorato i suoi genitori, nonostante fosse su tutte le cronache in quanto tossico e dannato. E continuava a frequentare brutte compagnie.
Nel 1993 la Storia a Bombay prese il sopravvento e scoppio' una bomba in un treno e morirono 250 persone.
Sanjay Dutt che frequentava brutte compagnie fece un piacere a un amico, gli nascose in casa pistole e un Ak56. Fu arrestato poco dopo per una soffiata con l'accusa pesantissima di di favoreggiamento d'atti terroristici e possesso illegale di armi. S'era scoperto che quelle armi appartenevano a coloro che avevano rivendicato la strage del treno.
Si fece due anni di prigione. Venne rilasciato e inizio' una lunghissima battaglia legale. La piu' lunga della moderna storia indiana. Intanto la sua vita privata venne di nuovo sconvolta dalla morte della moglie per metastasi al cervello, moglie che l'aveva molto aiutato nella sua riabilitazione.
Il lunghissimo processo come sempre accade divise il paese tra innocentisti e colpevolisti. Rischiava dai 4 ai 12 anni di reclusione. E finalmente ieri la corte ha deciso: l'ha condannato a 6 anni di prigione per possesso illegale di armi e a una multa di venticinquemila rupie. La sentenza e' stata esemplare perche' vuole far vedere una nuova India che va oltre la corruzione e il potentissimo crimine organizzato molto legato al terrorisimo internazionale. Sanjay ha detto:"14 anni fa ho fatto uno sbaglio" e il giudice Kode ha risposto:"Tutti fanno degli sbagli, ma l'elemento di criminalita' in te e' incurabile".
Ne e' seguita una drammatica conversazione fino alla conclusione delle parole del giudice Kode:
"Non perda la fede. Lei e' il numero uno nel suo campo. In questi 10 anni si e' comportato bene anche durante i processi...Dovrebbe essere come Gregory Peck nel L'Oro dei McKenna. Qual'e' stato l'ultimo film di suo padre? Munnabhai! Come suo padre ha recitato bene sino ai suoi ultimi istanti, cosi' dovrebbe fare lei. L'ho condannata a sei anni ma tenga presente che ne ha gia' scontati due, ne mancano quattro e passeranno in fretta. Non perda la fede'.
Gli occhi di Sanjya si sono riempiti di lacrime. Il ruolo di cattivo non gli riesce piu' bene.
E le caterve d'acqua del monsone lavano via le puzze di Mumbai.
Etichette: La mia India
4 Comments:
scusa Giò ma hai abbandonato il tuo posto di lavoro e come Siddharta hai iniziato a girare l'India in cerca della Verità?
Io vorrei sapere come funziona la cucina Indiana. :-)
io invece ti domando: ma in quale ristorante di questo castello incantato lavori ?
ciao, che bella avventura la tua...
:-)
sono il fede aspettavo notizie dirette, ke il cellulare non va lì?
io parto a giorni per il sud italia "la mia india" un bacio e cerca di colonizzare il loro masala con l'origano.
a proposito e i monsoni?
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