settembre 18, 2007

Il ristorante italiano


Uno dice: ma cosa vai in India a fare? la sconvolta di turno?freakhippypeace&love&makkiappounsaccodiacidi
peresserevicinoallalunaconShiva&Ganesh? Ecco anche no, sto ad aprire un ristorante che si chiamera' Prego. E vi prego non dondolate la testolina abbattuti, come ho fatto io suscitando grasse risate. Non ho ancora capito come mai mi trovino cosi' divertente.
Il ristorante non e' il mio e faccio la magica consulenza.
Bisognerebbe fare un lungo discorso sul come la cucina italiana sia diventata tanto di moda, e soprattutto tanto di tendenza. Poi vai in India e t'accorgi che la cucina italiana e' rivisitata ovvio in chiave indiana. Piccantissima, agliatissima, piena di panna. Nei menu' appare sempre la fatidica fettuccina Alfredo. Per chi non avesse consuetudine dei menu' italiani all'estero: la fettuccina Alfredo e' un must. E' quel piatto che pochissimi italiani conoscono (a parte i romani)che si son inventati gli americani prendendo spunto dalla Trattoria Alfredo dove pare siano state inventate: fettuccine condite con burro e parmigiano (variante pecorino romano). Appena sbarcate a Niuyorke son decollate in tutti i menu' d'oltreoceano: fettuccine immerse nel burro, tanta panna e pochissimo vero parmigiano.
Ecco in India uguale. Gran burro, gran panna, tutto bello besciamelloso, tant'aglio, tanta cipolla, tantissimo peperoncino. Che non sia mai che la papilla gustativa s'abitui alla delicatezza dei sapori mediterranei.
L'India e' la terra delle spezie. Lo sappiamo da sempre. Un genovese per spezzare le reni alla Repubblica di Venezia parti' per cercare una nuova rotta per le Indie per trovare il modo piu' breve e veloce per importare le spezie che erano oro, moneta sonante, mercati giganteschi.
Il mediterraneo ha la cultura delle erbe aromatiche ed e' una cultura che abbiamo solo noi. Chiedo la salvia; e ti fanno la faccia strana (se chiedo la nepitella che faccia faranno?). Costa tantissimo. Il clima mi si dira'. La richiesta del mercato mi si aggiungera'. Queste terre monsoniche piene di umidita' dove solo certe piante crescono e resistono e fioriscono son problematiche per le nostre erbe. Il basilico ligure e' complicato. Va meglio quello campano che non e' buono per fare il pesto genovese. La menta va bene. Il timo gia' e' un problema. Io che vivo di erbe aromatiche faccio fatica a usare quintali di aglio e cipolla, che sempre devono essere usate con parsimonia. Non e' solo questione di alito, ma di equilibrio di sapore.
Per non palare delle verdure. Qui non ci sono vulcani, qui il suolo e' diverso. Il sapore delle verdure che questo suolo riesce a dare e' sciapo. E' troppo delicato. Si comprende pertanto l'uso e l'abuso di miscugli di spezie: bisogna insaporire tutto. Anche per questioni igieniche chiaramente, perche' il piccante da sempre viene usato nelle regioni calde come antisettico e antibatterico, e' la prima prevenzione alle malattie. Si intuisce che l'umido monsonico abbia ripercussioni sul corpo umano che suda tanto ed e' appiccicoso assai. La cucina indiana viene in soccorso tant'e' salsosa e liquamosa. Inoltre l'acqua e' scarsa (vi sono immensi prolemi di approvigionamento idrico in tantissime zone dell'India rurale), pertanto la broda va per la maggiore. Quaggiu' nel Tamil Nadu la cucina e' particolarmente piccante. Piante di curry e noci di cocco, le milioni varieta' di piccantezza. Alla fine le mie papille sono rimaste brasate. Certo e' tutto molto buono. Assolutamente buono. Ma sto attendendo con ansia l'apertura della cucina del ristorante che ci consegneranno a breve per farmi una pasta. Semplice: pomodoro e basilico. Non ci metto neanche l'aglio, solo il sale di Sicilia che mi son portata dietro e un ottimo olio extravergine. Mi rattristo al solo pensiero che il pomodoro indiano non abbia preso il sole quello di 'osoooolemioooo...avete presente vero?

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8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ecco poi dicci le reazioni...
... che a proposito di rivisitazioni io rimango sempre a riflettere sui massimi sistemi quando a molti francesi (mica tutti) gli fa schifo la pizza fatta in italia perché noi non ci mettiamo su due uova la panna e la gruviera.
Oltre al clima e agli ingredienti, le ragioni delle rivisitazioni mi suscitano sempre un sacco di interrogativi...

3:10 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ti sento particolarmente... effervescente, forse merito della nuova apertura. Molto bene. In bocca al lupo, Piccola.
Ogni tanto fai una capatina in segreteria del Grande Hotel: ci dovrebbe essere qualcosa per Ms. Italian Chef...

5:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

non vedo l'ora che il ristorante apra!
mi viene tanta voglia di passare le prossime vacanze a Madras con tappa d'obbligo nel tuo locale.
Mi sto appassionando alle tue storie specie quando parli di cucina.
Anch'io ti sento di buon umore... sono proprio felice dopo l'estate burrascosa

5:51 PM  
Anonymous Anonimo said...

certo che da turisti tutte queste cose non le consideriamo, assaggiamo i loro piatti senza curarci di com'è la cucina italiana da esporto e sulle difficoltà relative agli ingredienti... interessante il tuo punto di vista, grazie e in bocca al lupo piccola cuoca!

5:52 PM  
Anonymous Anonimo said...

Appena ho iniziato a leggere mi è tornata in mente l'onnipresente chicken pizza nepalese. Chissà se qualcuno glielo spiegherà mai che non esiste...

9:19 PM  
Anonymous Anonimo said...

perchè non "desidera", "quanti siete" o "tutto pieno" vabbè che la il misticismo é in ogni dove ma...?! il fedi che ti segue. baci

10:04 AM  
Anonymous Anonimo said...

Giovanna, scusa se uso il blog... hai cambiato indirizzo mail? Quello di fastweb non riceve?
Fammi sapere.
Aldo

11:34 AM  
Anonymous Anonimo said...

www.weebuy.it
Siamo tre amici che vivono e amano il meraviglioso Salento, dove di naturale non è rimasto solo il mare ma anche i prodotti della terra e dell'artigianato locale; tutte bontà e bellezze che ogni giorno arrivano sulla nostra tavola e nelle nostre case. Una sera, proprio mangiando questi cibi genuini abbiamo pensato: “perché non permettere a tutti il godimento di queste squisitezze? Peraltro qualcuno potrebbe già conoscere il Salento e vorrebbe continuare a gustare i suoi sapori e ornare la propria abitazione con le nostre produzioni artigianali.” Così nasce weebuy. Abbiamo cercato i migliori produttori della zona che ancora lavorano artigianalmente e in piccole ma curate quantità, poi abbiamo ampliato l’offerta inserendo anche prodotti artigianali tipicamente Salentini e infine abbiamo testato tutti i nostri prodotti e vi garantiamo il loro valore e la loro bontà. Nostra volontà e dovere sono quelli di farci conoscere in maniera seria e trasparente. Venite a trovarci, scoprirete la cura, i dettagli, i colori e perché no, l’appetito!

12:33 PM  

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