agosto 15, 2007

Esser grandi uomini non vuol dire essere grandi genitori



Oggi 15 agosto ricorre l'anniversario dell'indipendenza indiana. E sono sessantanni che l'India e' diventata una nazione. Gli indiani hanno la certezza che la loro nazione sia ricca. Ed e' vero. L'India ricordiamocelo e' stata sempre ricca, la spoliazione delle risorse e' avvenuta con il colonialismo. Lentamente stanno risorgendo dalle ceneri. Un po' come l'araba fenice.
E' stato il 15 agosto che Ghandi mise freno ai disordini scoppiati tra la comunita' musulmana e quella induista. Furono giorni pieni di sangue e uccisioni. Il Mahatma prego' e fece lo sciopero della fame e riusci' a far cessare il fuoco.
Ho ascoltato oggi in mensa mentre si mangiava tutti assieme Lata Mangeshkar, la piu' famosa cantante indiana, un mito nazionale. Durante la guerra Indo-cinese canto' una canzone che tutti gli indiani conoscono. Nehru il padre politico dell'India quando la senti' pianse perche' la canzone era intrisa di doloroso ricordo per i propri caduti alle frontiere, sui monti piu' alti del mondo. E quest'anno questa canzone l'ho ascoltata ovunque. E la sapevano tutti e la gorgheggiavano tutti.
Sono riuscita a vedere un film appena uscito nelle sale: Gandhi, mio padre. Il figlio maggiorenne vorrebbe diventare avvocato contro l'opposizione del proprio padre che invece lo vuole idraulico, sarto o quantaltro e non fa il proprio dovere di figlio e segue la propria via e tenta di conquistare la liberta'. Viene pertanto cacciato dal padre e non si rivolsero piu' la parola. Il figlio mori' ubriaco e povero negli slum di Bombay.
Il padre era Ghandi. Stiamo parlando del Mahatma (la grande anima), il mito pacifista per eccellenza, che in questo film viene sottilmente messo in discussione. Perche' si puo' essere la grande anima ma come genitore si e' un fallimento. Si puo' essere un grande uomo ma e' meglio non averlo come padre. Si puo' fare il proprio meglio, ma la vita riserva altro. I figli riservano altro. Perche' sono persone diverse e hanno esigenze e pensieri diversi. Spesso vivono lontanissimi dai desideri e dalle speranze dei loro genitori. Lo sappiamo tutti che Ghandi fu un uomo immenso. Ma qui si racconta che come genitore fu un fallimento. E' come se la sfera pubblica superasse quella privata e quando succede l'infelicita' dei propri famigliari e' segnata nel destino. Lo sappiamo quanto l'armonia e l'amore nelle famiglie sia una rarita'. Nelle famiglie ci sono sempre dei piccoli meccanismi che non funzionano. Piccole parole che mai vengono dette. Non ci sono formule magiche. Si sa: l'amore e' terribile quando diventa incomprensione. E questo film lo racconta bene. Quanto sia stato difficile amarsi tra un figlio normale e un grande uomo.

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Che sorpresa, non pensavo che Ghandi avesse figli... non ho mai studiato la sua storia "vera", quello che so di lui è tramite i film, i romanzi. proprio ieri su la7 c'era il film interpretato da Ben Kingsley. Da l'idea che fosse senza figli. un'occasione per approfondire. grazie

1:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

effettivamente Ghandi ebbe 4 figli e probabilmente non il tempo per occuparsi di loro. La libertà di un miliardo di persone era più importante.

9:06 PM  
Anonymous Anonimo said...

Spero di vedere presto questo film. Ma da quello che tu hai capito, per la mentalita' indiana (almeno negli anni di Gandhi), il dovere del figlio e' di assecondare il genitore, contro le sue proprie inclinazioni?
Vabbe' che poi sono discorsi soggettivi. Ma mi viene in mente il poema di Gibran, "I tuoi figli non sono figli tuoi". Mi pareva cosi' "indiana" ;)

9:27 PM  

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