Giovanni e la stella
Ho incontrato Giovanni a maggio dell'anno scorso al congresso dei cuochi GVCI che si teneva in quel del Piemonte. Il Gruppo l'ho già detto è formato da chef italiani che lavorano in giro per il mondo...si potrebbe parlare di nuova emigrazione, ma di fatto molti di quelli che ho incontrato non sono più emigranti, vivono e stanno bene fuori dall'Italia e nessuno di loro pensa di ritornare o almeno hanno difficoltà a pensare di rientrare nell'Italia del lavoro per mille ragionevolissimi motivi.
Mentre eravamo in quel di Torino a fare il congressone, Giovanni è stato così gentile che una sera dopo cena (ché si mangiava di qua e di là con sommo gaudio e allegria) ha preso a cuore le sorti delle uniche due donne del gruppo: io ed Elena, e ci ha fatto da Cicerone in giro per la sua città, spiegandocela con amore e con devozione fedele e paterna...Così quella sera ci siamo trovati a guardare dall'alto della collina la Torre e Torino e abbiamo chiaccherato di come si possa stare bene in una città piccola ma non così piccola, una città che appare da fuori come una vecchia e stanca capitale ma non così vecchia da essere malata e morente. Quella sera di maggio non splendevano stelle e il cielo era un po' fosco altrimenti si sarebbero viste le sagome delle alti Alpi che su Torino vigilano.
Ogni tanto mi promettevo di andarlo a trovare nel suo ristorante perchè il menù se lo leggete bene delinea delizie e leccornie.
Un anno dopo essere stati chiaccheranti sotto il cielo di Torino ho scoperto che Giovanni una stella se l'è presa. Una bella stella rossa Michelin. E sono felicefelice che l'abbia presa lui perché mi appare la persona giusta per meritarsela, visto la dedizione al suo lavoro e l'alzarsi ogni mattina prestissimo per fare la spesa e ospitare un sacco di giovani nella sua cucina a fare gli stages. Ma perchè soprattutto non sembra per nulla invidioso e rispetta tutti, soddisfatto di lavorare e fare bene il proprio mestiere...insomma Giovanni è come vorrei fossero tutti gli chef. Ospitale, gentile, gioviale, intelligente, educato e ironico. Detta così sembra sia un essere perfetto e per me le prime impressioni valgono, allora aggiungo che Giovanni ha dalla sua il fatto di non essere per nulla uno sborone. E vi assicuro che in questo ambiente è una rarissima qualità.
Se passate da quelle parti andate a mangiare alla Credenza. E' circondato da ottimi compagni di viaggio: Igor, Franca e la bella brigata che lo segue. Uno con i piedi per terra. Anzi: con un piede per terra e un altro su una stella. Per dire.
Mentre eravamo in quel di Torino a fare il congressone, Giovanni è stato così gentile che una sera dopo cena (ché si mangiava di qua e di là con sommo gaudio e allegria) ha preso a cuore le sorti delle uniche due donne del gruppo: io ed Elena, e ci ha fatto da Cicerone in giro per la sua città, spiegandocela con amore e con devozione fedele e paterna...Così quella sera ci siamo trovati a guardare dall'alto della collina la Torre e Torino e abbiamo chiaccherato di come si possa stare bene in una città piccola ma non così piccola, una città che appare da fuori come una vecchia e stanca capitale ma non così vecchia da essere malata e morente. Quella sera di maggio non splendevano stelle e il cielo era un po' fosco altrimenti si sarebbero viste le sagome delle alti Alpi che su Torino vigilano.
Ogni tanto mi promettevo di andarlo a trovare nel suo ristorante perchè il menù se lo leggete bene delinea delizie e leccornie.
Un anno dopo essere stati chiaccheranti sotto il cielo di Torino ho scoperto che Giovanni una stella se l'è presa. Una bella stella rossa Michelin. E sono felicefelice che l'abbia presa lui perché mi appare la persona giusta per meritarsela, visto la dedizione al suo lavoro e l'alzarsi ogni mattina prestissimo per fare la spesa e ospitare un sacco di giovani nella sua cucina a fare gli stages. Ma perchè soprattutto non sembra per nulla invidioso e rispetta tutti, soddisfatto di lavorare e fare bene il proprio mestiere...insomma Giovanni è come vorrei fossero tutti gli chef. Ospitale, gentile, gioviale, intelligente, educato e ironico. Detta così sembra sia un essere perfetto e per me le prime impressioni valgono, allora aggiungo che Giovanni ha dalla sua il fatto di non essere per nulla uno sborone. E vi assicuro che in questo ambiente è una rarissima qualità.
Se passate da quelle parti andate a mangiare alla Credenza. E' circondato da ottimi compagni di viaggio: Igor, Franca e la bella brigata che lo segue. Uno con i piedi per terra. Anzi: con un piede per terra e un altro su una stella. Per dire.
La Credenza, Via Cavour, 22 - 10077 San Maurizio Canavese, Tel e fax: 011 9278014
Etichette: Kritika e ristorazione
3 Comments:
Ciao Piccola Cuoca,
come sempre invogli alle cose belle e buone. Stavolta, però, oltre ai tuoi consigli c'è voluto uno sforzo personale...per trovare il sito del ristorante, perchè il link nell'articolo non funziona. Metti a posto, che sennò i pigri potrebbero perdersi una visitina a un sito di un ristorantino che promette proprio bene..e poi che faccia simpatica ha questo Giovanni!
@maricler: ho rifatto il link spero che adesso funzioni...
si, il link funziona benissimo e il menù è invogliante!
un'osservazione, apparentemente inutile, ma l'ho pensata e ormai la scrivo:
quando parli delle qualità dello chef, mi sembra che descrivi bene anche quelle degli educatori cinofili (di quelli bravi, non dei tanti idioti in circolo).
Hai mai visitato il blog "la via degli animali"?
trovi il link sul mio blog.
Quello che scrive è bello anche per chi non ha un cane...
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