1967. Zurigo. La fondue.
Abitavamo a Zurigo. Io stavo in collegio. Mio padre mi venne a prendere venerdì sera ed ero in fibrillazione perché stare in collegio non mi piaceva. Per niente. Mi ricordo che mi venne a prendere e poi salimmo in un'auto, e a guidarla c'era il signor Raber, il padrone di mia madre. Mia madre lavorava nella tipografia dei signori Raber, dove a me piaceva tantissimo andarci perché era pregna d'odore d'inchiostro ed era rumorosa piena di macchine Offset. C'era Nadya, una bellissima diciottenne dalle gambe lunghe lunghe e i capelli neri anch'essi lunghi lunghi, che si metteva i zatteroni e la minigonna. Una fulminata che probabilmente si faceva le canne ai tempi e che amavo aiutare a fare la scomposizione dei caratteri. Insomma quel magico venerdì faceva ben freddo e stava iniziando a nevicare, e noi tutti eravamo ospiti invitati a casa dei Raber. Lui era un omino molto simpatico, coltissimo ed ebreo e la signora Raber era una donna elegante ed allegra con un sorriso benevolo e onnipresente. Adoravo andare a casa loro, spaziosa, grande e luminosa, si respirava un'aria tranquilla, borghese e serena che io non avevo e che i miei non potevano ancora possedere. La tavola era rotonda con una strepitosa tovaglia viola scuro e i tovaglioli erano arancioni, il servizio di porcellana verde scuro. C'era un'enorme quantità di candele in giro per la sala da pranzo. Tutte accese. In cucina la signora Raber stava tagliando a fettine fini fini un grosso pezzo di gruviera mentre mia madre tagliava il pane a cubetti per metterli poi a tostarli nel forno. Mi abbracciarono tutte contente e io mi misi a guardarle e loro non smisero un secondo di chiaccherare scoppiando ogni tanto a ridere. Poi la signora Raber mi chiese se avessi mai mangiato la fondue e dissi no e chiesi cos'era la fondue e tutti risero e io non capii il perché. E allora la signora Raber mi spiegò la ricetta e l'aiutai a passare sulla pentola l'aglio, a versare i cubetti di gruviera, la farina,a mescolare bene, portare a bollore e poi a versare un po' di vino bianco e un po' di kirsch. E girare, girare e girare, e si raccomandò; sempre nello stesso lato, il lato che vuoi ma dev'essere sempre quello. Poi quando portammo la pentola con la fondue pronta al centrotavola il signor Raber accese il fornello. L'assaggiai per la prima volta nella mia brevissima vita, non mi piacque granché, perché aveva un sapore forte forte, in compenso mi piacque molto tutto il lungo rituale dell'immersione delle forchette, della pentola al centro 'che sembrava un pezzo di fiaba nordica con tutte quelle candele intorno. E imparai a non perdere il mio boccone di pane, che non porta bene mi disse il signor Raber aggiungendo: non perdere mai il tuo pezzo di pane perché perdi una parte preziosa, e chiesi: quale?
lui mi disse: la tua parte migliore
e qual'è la mia parte migliore?
quella parte che porterai sempre con te
sempre?
sempre, perché sta nel tuo cuore
Guardai a lungo la mia forchetta con il mio pezzo di pane dentro la fondue e la vidi galleggiare con appesa una forma di cuore. Ma solo adesso la capisco 'sta cosa. Questa weltanshauung dell'amarcord.
Etichette: Amarcord
8 Comments:
Basta, il tuo modo di scrivere mi fa impazzire! Sei formidabile, non scherzo, da oggi ti metto fra i preferiti sul mio blog.
Non ho il tempo materiale per dedicarmi alla cucina come vorrei, anche perché il mio ramo è più orientato al vino, ma leggerti è un vero piacere. Brava!
Roberto
Eh lo dicevamo noi che la giovanna è brava!!
Psssss......senti gio, se mi mandi una mail ti iscrivi al BBM!!!
Che ne dici?? :-)
P.s.Dai su, mi fai contenta!!
Gourmet
anche a me piace tanto come scrivi.... e aspetto ansiosa un'altra puntata di sumochef....
M'ha sempre affascinato questa diceria del pane. Una volta conquistai una ragazza semplicemente dicendole che profumava di grano. Ed era pur vero!
anche io stavo in collegio in svizzera, e poi ai summer camps estivi, ma lì nella svizzera francese...
e poi sono finita a viverci lì, mia figlia ci è nata e domani va al fastnacht e il monsterkonzert di lozern (in schwitzerduetsch)...
bei momenti
ciao!
tak
Anch'io stavo a Zurigo, nel Kindergarten però, a quei tempi. E non mi piaceva
il fondue per nulla. Ora è tutto diverso.
:-)))))
Ci vediamo presto a Milano!
Quà piove e fa freddo...Sicilia...
L.
che bel racconto.. ne sento quasi il calore di quella cucina.....
grazie.
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