Il giorno libero che non è un sabato italiano
A me capita sempre di essere libera, nel senso che sto a casa a cazzeggiare il lunedì...e di lunedì stanno chiusi per la maggior parte: parrucchieri, ristoranti e vari luoghi ameni. Mi piacciono i grandi magazzini (su tutti: Harrods a Londra, a Tokyo Loft). Ah certo il centro commerciale. Ma non ne ho di vicini.
I mercati m'hanno sempre emozionato. Ma i mercati quelli belli a Milano li fanno di martedì.
Il centro commerciale al lunedì m'ha sempre angosciato e a tratti stravolto (di stanchezza). Al lunedì il centro commerciale è sempre VUOTO. E' infinitamente vuoto. Enorme. Brutto. La musichetta trasmessa è demente. Non si sono vecchiette sperse tra gli scaffali. Solo i commessi. Con lo sguardo fisso. Ma non è uno sguardo fisso nel profondo. No. Fisso nel vuoto. Quindi io torno a casa contenta che il centro commerciale m'ha angosciato e son felice di ritornare il giorno dopo nella mia calda e affaticante cucina. Non ci sono mai andata di sabato, pare che il centro commerciale sia pieno e affollato. Lì non mi prenderebbe l'angoscia, ma la malinconia. Questione d'emozioni diverse.
Capisco perciò Matteo Bordone. Lo capisco perché aver studiato cose strane (Lingue Orientali) a me comporta l'allontanamento dai moduli espressivi massificati. Detta così fa molto sborona. Di fatto significa che quando si parla degli argomenti da bar il mio cervello si blocca ed entra in modalità socievolezza salottiera. Sparo cazzate sul mondo, banalizzo argomenti di non facile digestione (la morte, la fame, la guerra e l'ho buttata lì a cazzo), generalizzo comportamenti distinti. Pare che faccia socievolezza e simpatia e quindi accettazione del/nel gruppo (potrei definirlo cameolentismo d'accettazione sociale).
Esempio: banalizzo, l'intellettuale vive nella torre eburnea e contempla gli altri dall'alto della lettura dei suoi milioni di libri e dell'ascolto dei suoi milioni di CD e della visione dei suoi film in bianco e nero. Se guarda telefilm americani già fa cultura pop, ma credo sia giusto che si guardi telefilm con ottime sceneggiature almeno s'impara come si scrive una bella e cazzuta scenggiatura. Mica si vive così fuori dal mondo.
Diciamo che Bordone mi sta assai simpatico e che al suo posto sarei stata di molto più snob e stronza. E pertanto ha giocato alla grande il suo ruolo.
Uno dei motivi percui amo il mio lavoro è che pelare patate e stare in cucina t'allontana dalla televisione. Non la guardo e quando la guardo noto l'equazione: 5 o 6 individui messi davanti a una telecamera uguale a cazzata banale in arrivo. Puoi essere la persona più intelligente dell'universo e dentro nella scatolina appari cretino. Subito. Non ho ben capito il meccanismo. Che sia la telecamera?
Metteteci poi la star televisiva che sta vicino alla ggente, ed è (sfiga) seduta accanto a te, e dice che tu intellettualone non sei di sinistra (sic!), che le masse non le capisci (maddai!). E qui a me scatta la risatona. Vero le masse io non le comprendo (e c'ho pure letto 'Massa e potere' di Elias Canetti) e la massaia io non la capisco. Ci converso piacevolmente e amabilmente perché in comune con lei ho un bel database di ricette. Ah sì la malattia, la morte e tutte quelle cose lì. Se proprio vogliamo fare un bel discorso profondo si parte da lì per arrivare al desiderio e al cibo. E' per questo che la televisione non la guardo. Una volta mi faceva incazzare. Adesso non la guardo più. E non mi sembra bello chiedere alla massaia: ma la morte? quante persone care le sono morte? che la faccio stare male, 'ché con l'angoscia io ci convivo benissimo, ma lo so che la massaia per niente e potrebbe iniziare a piangere e confidare la miserevolezza della sua intera vita.
Preferisco andare a mangiare in un ristorante e leggere un menù e farmi un bel pensierone su come sono costruiti i piatti.
Ho sempre pensato che invecchiare dovesse essere: fai SOLO le cose che ti piacciono, perché sai cosa ti piace. e non perdi più tempo dietro alle cazzate. Andare nel centro commerciale non mi piace, guardare la tele non mi piace.
Stare in cucina mi piace, cucinare mi piace e osservare l'umanità (meglio dire i clienti) mi piace...Sto invecchiando. Me lo sento. A me 'sta storia di invecchiare dirò: mi piace.
I mercati m'hanno sempre emozionato. Ma i mercati quelli belli a Milano li fanno di martedì.
Il centro commerciale al lunedì m'ha sempre angosciato e a tratti stravolto (di stanchezza). Al lunedì il centro commerciale è sempre VUOTO. E' infinitamente vuoto. Enorme. Brutto. La musichetta trasmessa è demente. Non si sono vecchiette sperse tra gli scaffali. Solo i commessi. Con lo sguardo fisso. Ma non è uno sguardo fisso nel profondo. No. Fisso nel vuoto. Quindi io torno a casa contenta che il centro commerciale m'ha angosciato e son felice di ritornare il giorno dopo nella mia calda e affaticante cucina. Non ci sono mai andata di sabato, pare che il centro commerciale sia pieno e affollato. Lì non mi prenderebbe l'angoscia, ma la malinconia. Questione d'emozioni diverse.
Capisco perciò Matteo Bordone. Lo capisco perché aver studiato cose strane (Lingue Orientali) a me comporta l'allontanamento dai moduli espressivi massificati. Detta così fa molto sborona. Di fatto significa che quando si parla degli argomenti da bar il mio cervello si blocca ed entra in modalità socievolezza salottiera. Sparo cazzate sul mondo, banalizzo argomenti di non facile digestione (la morte, la fame, la guerra e l'ho buttata lì a cazzo), generalizzo comportamenti distinti. Pare che faccia socievolezza e simpatia e quindi accettazione del/nel gruppo (potrei definirlo cameolentismo d'accettazione sociale).
Esempio: banalizzo, l'intellettuale vive nella torre eburnea e contempla gli altri dall'alto della lettura dei suoi milioni di libri e dell'ascolto dei suoi milioni di CD e della visione dei suoi film in bianco e nero. Se guarda telefilm americani già fa cultura pop, ma credo sia giusto che si guardi telefilm con ottime sceneggiature almeno s'impara come si scrive una bella e cazzuta scenggiatura. Mica si vive così fuori dal mondo.
Diciamo che Bordone mi sta assai simpatico e che al suo posto sarei stata di molto più snob e stronza. E pertanto ha giocato alla grande il suo ruolo.
Uno dei motivi percui amo il mio lavoro è che pelare patate e stare in cucina t'allontana dalla televisione. Non la guardo e quando la guardo noto l'equazione: 5 o 6 individui messi davanti a una telecamera uguale a cazzata banale in arrivo. Puoi essere la persona più intelligente dell'universo e dentro nella scatolina appari cretino. Subito. Non ho ben capito il meccanismo. Che sia la telecamera?
Metteteci poi la star televisiva che sta vicino alla ggente, ed è (sfiga) seduta accanto a te, e dice che tu intellettualone non sei di sinistra (sic!), che le masse non le capisci (maddai!). E qui a me scatta la risatona. Vero le masse io non le comprendo (e c'ho pure letto 'Massa e potere' di Elias Canetti) e la massaia io non la capisco. Ci converso piacevolmente e amabilmente perché in comune con lei ho un bel database di ricette. Ah sì la malattia, la morte e tutte quelle cose lì. Se proprio vogliamo fare un bel discorso profondo si parte da lì per arrivare al desiderio e al cibo. E' per questo che la televisione non la guardo. Una volta mi faceva incazzare. Adesso non la guardo più. E non mi sembra bello chiedere alla massaia: ma la morte? quante persone care le sono morte? che la faccio stare male, 'ché con l'angoscia io ci convivo benissimo, ma lo so che la massaia per niente e potrebbe iniziare a piangere e confidare la miserevolezza della sua intera vita.
Preferisco andare a mangiare in un ristorante e leggere un menù e farmi un bel pensierone su come sono costruiti i piatti.
Ho sempre pensato che invecchiare dovesse essere: fai SOLO le cose che ti piacciono, perché sai cosa ti piace. e non perdi più tempo dietro alle cazzate. Andare nel centro commerciale non mi piace, guardare la tele non mi piace.
Stare in cucina mi piace, cucinare mi piace e osservare l'umanità (meglio dire i clienti) mi piace...Sto invecchiando. Me lo sento. A me 'sta storia di invecchiare dirò: mi piace.
Etichette: Il mio ombelico
14 Comments:
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
La questione del centro commerciale mi colpisce abbastanza, lo confesso: è diventato una sorta di luogo comune e ormai è d'obbligo esprimersi, anche perché di strumentalizzazioni, minchiate, malintesi e ipotesi ce ne sono state. E allora è giusto parlare.
Anch'io trovo che avrebbe potuto essere molto più snob, e anzi, ti dirò, non credo che lo sia stato molto. Non oso pensare a come mi sarei sentito io dopo una giornata di quel genere: fra l'altro non credo di essere mai stato in un Centro Commerciale di Sabato (dalle immagini, mi sembra una cosa drammatica). Lo hanno poi spedito a guardare un film mediocre e ad un club di danza latino americana: eppure lui è stato rispettoso.
Dico subito che la frase "Lo capisco perché aver studiato cose strane (Lingue Orientali) a me comporta l'allontanamento dai moduli espressivi massificati" mi sembra abbastanza assurda (ma magari, lo so, dovevo solo mettermi un paio d'occhiali).
E fra l'altro, che si dica pure, avere dei gusti, di snob, non è ch'abbia così tanto.
Mi scusi signor Filos
ma se poi spiego la frase, quella frase non è assurda perché viene contestualizzata. Chiaro che se me la isola risulta assurda. Ordunque quando si studiano gli ideogrammi dopo un po' il mondo appare diversificato. Diverso. Chomsky (conosce?) ne ha fatto una scuola di pensiero: sulle lingue e sull'influenza chimica neurologica...discorso complesso, ma sinteticamente: se si studia un diverso procedere logico ci si allontana dalla lingua madre che t'accuma al gruppo (/massa)
Snob vuol dire prima di tutto: sine nobilitate
E io il termine l'ho sempre inteso così: leggi la cultura pop è snob perché non è cultura alta.
Se il suo atteggiamento era polemico, signorina piccola cuoca -e non ho capito bene- il mio non lo voleva essera appieno. Ero formalmente d'accordo col suo discorso, e lei se ne compiaccia invece di contestare!
Chomsky lo conosco, è un po' troppo di sinistra per me, ma lo conosco.
Conoscevo anche l'etimologia della parola, però, senza tenere una lezione di linguistica, c'è un'evoluzione, un contesto e un significato differente.
E comunque la frase evidenziata da me era una sua piccola svista, a mio avviso; e ci vuole per dire che t'allontana dalla "massa" (altro megasuperiperparolone).
Ma fondamentalmente è una polemica bella e superflua.
p.s. Perché non mi prende il maiuscolo? càspita.
vorrei venire a provare la tua cucina
nn conosco il ristorante
((aggiorni poco il blog ma quando lo fai sei uno spettacolo!)
roberto
Mi associo a Roberto sulla frequenza: sembri una moglie dopo dieci anni di matrimonio.
Per il resto, ed intendo l'invecchiare, rifiutare tv e compagnia cantante non è invecchiare, è far funzionare la materia grigia. Come dico (guarda caso) sul mio blog, sono lustri che ho mandato aff... tv e giornali. Io non ho hi-fi o radio in cucina, ho la tv, ma mi serve per sentire Paolo Fox alle 11 e mezza o l'Eredità alla sera.
Il resto è spazzatura.
Signor Filos
guardi che se lei pensa che io sia polemica ha proprio capito TUTTO. Io al massimo puntualizzo e al minimo sono pignola e rompicoglioni...Quindi o sono rompicoglioni e mi sta benissimo o sono pignolina, faccia lei. Poi che lei non avesse forse capito io ho spiegato. Poi che la spiega lei l'abbia presa male: o lei è permaloso e orgoglioso e non fa lo spiritoso, insomma mica le voglio le sue pubbliche scuse :-))) stia buono va là. C'ha dei gusti? buon per lei. Anch'io. E siamo in due. Già una folla. Pare che aver dei gusti sia snob ma fa aristocratico. Veda lei. Ma un nome normale ce l'ha? Per normale si sottintende un nome d'origine plutogiudocattocristo...
Non ho visto Bordone venerdì, rimedio stasera perchè Gianluca Neri ha pubblicato il video su youtube. Ho seguito però la discussione su vari blog e non la capisco. Che centri commerciali, film mediocri e balli latinoamericani siano tristi, alienanti e "robba" per le masse(leggi consumatori) si sente dire un giorno sì e uno pure, ed è il cavallo di battaglia per veri e pseudo-intellettuali. Per di più è verissimo. La pietra dello scanalo è che lo si è detto in tv? Che così facendo lo si è detto apertamente anche alle "masse" in questione? E quindi c'è bisogno di qualcuno che le "difenda"? per "proteggerle"?
scusate l'emorragia di virgolette, a volte desidererei degli audio-comment per aiutarmi con il tono della voce.
saluti
@mauri e roberto: mi scuso con tutti i miei lettori, ma se ce la faccio bene, altrimenti abbiate pazienza con questa porella di cheffa
@Henrietta: non ce l'ho con il centro commerciale. La solitudine ognuno se la vive come può. Bordone ha detto: non è cosa, è come. Esiste la cultura pop=popolare=povera. Esiste. E' che si sta perdendo. S'e invece propagata cultura di questa televisione. Dicessi: questa tv mi fa cagare! che cosa penseresti?
a)che voglio un'altra tv (che mi comprassi l'ultimo modellino, schermo piatto)
b)che i programmi trasmessi m'ammorbano profondamente
c)che stanno tentando di vendere i canali a pagamento, in modo che chi può (i ricchi=la minoranza) si guarda programmi fatti meglio e documentari educativi
d)...quello che vuoi tu...
Ci sono cose che mi fanno schifo e basta. Questo genere di televisione (il reality, MariaDeFilippi ecc.ecc.), a me fa SCHIFO.
E su questo non ci posso far nulla.
Piccola cuoca: ho letto il post-sfogo di Matteo Bordone e oggi ho anche visto il video su YouTube. Ho come una sensazione: nei centri commerciali ci va un'infinità di gente per ragioni diverse (immagino), nonostante ciò le persone sono spinte a fare grosso modo le stesse cose. Questo è sinceramente irritante e forse è questa la "massificazione" di cui tanti si riempiono la bocca. Le persone sono diverse, le intenzioni sono diversificate, ma viene offerto qualcosa che, come dicevo, indirizzi tutti, nelle singole diversità, a fare le stesse cose e, lentamente, ad ESSERE le stesse cose... Persone tutte uguali che, per qusta ragione, sono più facili da abbindolare, manipolare, trasformare semplicemente in consumatori e basta.
Quando c'è qualcuno che, con tutta la buona volontà di qusta terra, non riesce a farsi piacere questo stile di vita fatto a stampino, diventa automaticamente "snob". E quindi viene isolato. Dalla gente comune perchè a nessuno fa piacere constatare di essere diventato un pecorone fra i pecoroni, dai vip pop(ulisti) perchè in questo modo ottengono un largo consenso a buon mercato.
Nel caso del programma con Matteo Bordone tutto sommato questo gioco si è svolto in modo abastanza contenuto. Ma il gioco era, nella sostanza, lo stesso che è stato intrapreso a Markette da Cecchi Paone e Sgarbi. Con molta meno eleganza. E, da parte mia, con un grandissimo desiderio di esercitare la mia professione di psichiatra sulla persona di Sgarbi, proprio in quella vste coercitiva che solitamente tanto odio e evito...
Pero' alla fine di curioso in questa polemica, secondo me, c' e' che tutti suppongono che i fruitori dei centri in questione si sentano offesi se qualcuno dice che sono posti allucinanti. curioso. allora non parliamo male delle baraccopoli di nairobi, se no chi li sente 5 milioni di neri incazzati?
lo so, quelli sono in qualche modo costretti a abitarci, ma una forma di costrizione c'e' anche per gli affollamenti dei centri commerciali. piu' sottile, e' la cultura PER le masse. ed e' legittimo, anzi doveroso combatterla con una visione diversa.
@massimo: infatti
da distinguere sempre
a) cultura pop (povera)
b) culturale popolare
c) cultura di massa
Ora io sono contro la cultura di massa. L'omologazione, la massificazione a me NON piace. Saro' pasoliniana, sarò antica ma io capisco benissimo la cultura pop (che non è il trash e il kitch, altra storia), capisco la cultura popolare e ci sono dentro anch'io.
Non mi sento dentro la cultura di massa.
quello che stavo cercando, grazie
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