Centanni ma non di sola solitudine
Questa donna è nata nel 1906. Ha compiuto cento anni pochi giorni fa. Di gente che compie cento anni non ne conosco ma questa la conosco bene perché è zia Giovanna. Ha sposato il fratello di nonno Angelo: zio Giovanni e ha vissuto assieme ai miei nonni mezzadri in una grande cascina. Mia nonna Grazia ha avuto 11 figli. Mia zia nessuno. Mia nonna è stata molto amata da mio nonno. Mia zia poco. Zio Giovanni amava qualcosaltro più di lei: il vino. Dato che vivevano tutti assieme zia Giovanna ha cresciuto undici bambini aiutando mia nonna. Bambini che lei non poteva avere e che di fatto negli anni con il tempo, con i mesi e le ore sono diventati la sua famiglia e che l'hanno ricambiata con affetto profondo e devozione sincera perché zia Giovanna li ha allevati come propri e per loro era un po' come avere un'altra madre. Alcuni dei suoi nipoti adottati sono morti in giovane età stroncati da malattie che lei non ha avuto. Ha vissuto nella stessa casa per più di ottantanni di cui gli ultimi cinquanta con la vedova di uno degli undici nipoti cresciuti da lei. Per inciso la vedova zia Angelina non è una parente di sangue e queste due donne si sono fatte compagnia, di certo si sono volute bene, sentimento cementato da un cascinale enorme le cui mura trasudavano asprezza e sorrisi.
Ha visto morire tutti quelli con cui aveva vissuto e passato i suoi anni. Poco prima che nonna Grazia morisse aveva detto: non vurria mai finir cussì senza zervel (non vorrei mai morire così senza cervello, sottintendendo che nonna Grazia non stava messa benissino con la testa e lei se ne dispiaceva assai visto che loro due avevano passato quasi settantanni insieme e di cose in settantanni succedono, a loro due ne erano successe e di ricordi da dividere ne avevano).
Ha visto entrare in casa la lampadina al posto delle candele, e solo nei suoi ultimi trent'anni ha usato la lavatrice. Non sa tuttora cos'è la lavastoviglie. Non ha mai usato un'aspirapolvere. E' passata dai cavalli all'auto, dai buoi al trattore. Ha vissuto la fame benché non siano stati mai affamati, erano contadini e se la sapevano cavare bene in tempi di guerra e di pace e lei di guerre ne ha trapassate due. Nessuno di noi ha visto tutti i cambiamenti minuscoli eppure epocali di questa piccola donna. E se dovessi dire il sentimento sottile che ieri ha unito tutta la famiglia (perché erano venuti tutti, cinque generazioni) è stata la commozione e sì un sottile senso d'invidia. Perché la zia ragiona e non è rincoglionita dai suoi centanni. Ha detto: morirò quando el vol el Bon Dio. Zia Gigetta, la sua prima nipote che ora ha ottantanni, è sulla sedia a rotelle per via di un ictus, e mia zia ieri l'ha rivista dopo tantissimo e l'ha abbracciata e tra le lacrime le ha detto: cara che finissi subit tutta 'sta sofferensa.
Zia Giovanna di centanni è una contadina e se qualcuno le chiedesse di dare una risposta precisa sulla vita e sulla morte te lo direbbe con voce sottile perché nessuno di quelli che conosco ha centanni e in cento anni un po' di cose le capisci e nessuno è tanto lucido quanto lei.
Quando la banda musicale del paese ha suonato lei ha richiesto la sua canzone: Il piave mormorò non passa lo straniero. Le è rimasta dentro perché è la canzone della sua generazione, aveva 9 anni quando la Prima Guerra Mondiale finì. Puoi essere la memoria storica di tutta una famiglia ma la memoria musicale è davvero una storia propria a parte.
A mia figlia ha fatto un'enorme tenerezza e quando le ho spiegato cos'era questa canzone e cosa ha significato per una generazione, ho poi aggiunto: magari tu chiederai la sigla di Dragonboll quando compirai centanni, va a sapere...
Adesso che ci penso bene: è come dire che se mai compirò centanni e ci sarà la banda di paese suoneranno mica: quella cantina buia in cui...?! va a capire come funziona la mia di memoria! per favore: mettetemi sù In my way cantata da Sid Vicious. Mi raccomando. Benchè omonima di zia Giovanna di certo non sarò così lucida, che già sto stordita adesso, figuriamoci tra cinquantanni come starò messa.
Ha visto morire tutti quelli con cui aveva vissuto e passato i suoi anni. Poco prima che nonna Grazia morisse aveva detto: non vurria mai finir cussì senza zervel (non vorrei mai morire così senza cervello, sottintendendo che nonna Grazia non stava messa benissino con la testa e lei se ne dispiaceva assai visto che loro due avevano passato quasi settantanni insieme e di cose in settantanni succedono, a loro due ne erano successe e di ricordi da dividere ne avevano).
Ha visto entrare in casa la lampadina al posto delle candele, e solo nei suoi ultimi trent'anni ha usato la lavatrice. Non sa tuttora cos'è la lavastoviglie. Non ha mai usato un'aspirapolvere. E' passata dai cavalli all'auto, dai buoi al trattore. Ha vissuto la fame benché non siano stati mai affamati, erano contadini e se la sapevano cavare bene in tempi di guerra e di pace e lei di guerre ne ha trapassate due. Nessuno di noi ha visto tutti i cambiamenti minuscoli eppure epocali di questa piccola donna. E se dovessi dire il sentimento sottile che ieri ha unito tutta la famiglia (perché erano venuti tutti, cinque generazioni) è stata la commozione e sì un sottile senso d'invidia. Perché la zia ragiona e non è rincoglionita dai suoi centanni. Ha detto: morirò quando el vol el Bon Dio. Zia Gigetta, la sua prima nipote che ora ha ottantanni, è sulla sedia a rotelle per via di un ictus, e mia zia ieri l'ha rivista dopo tantissimo e l'ha abbracciata e tra le lacrime le ha detto: cara che finissi subit tutta 'sta sofferensa.
Zia Giovanna di centanni è una contadina e se qualcuno le chiedesse di dare una risposta precisa sulla vita e sulla morte te lo direbbe con voce sottile perché nessuno di quelli che conosco ha centanni e in cento anni un po' di cose le capisci e nessuno è tanto lucido quanto lei.
Quando la banda musicale del paese ha suonato lei ha richiesto la sua canzone: Il piave mormorò non passa lo straniero. Le è rimasta dentro perché è la canzone della sua generazione, aveva 9 anni quando la Prima Guerra Mondiale finì. Puoi essere la memoria storica di tutta una famiglia ma la memoria musicale è davvero una storia propria a parte.
A mia figlia ha fatto un'enorme tenerezza e quando le ho spiegato cos'era questa canzone e cosa ha significato per una generazione, ho poi aggiunto: magari tu chiederai la sigla di Dragonboll quando compirai centanni, va a sapere...
Adesso che ci penso bene: è come dire che se mai compirò centanni e ci sarà la banda di paese suoneranno mica: quella cantina buia in cui...?! va a capire come funziona la mia di memoria! per favore: mettetemi sù In my way cantata da Sid Vicious. Mi raccomando. Benchè omonima di zia Giovanna di certo non sarò così lucida, che già sto stordita adesso, figuriamoci tra cinquantanni come starò messa.
Etichette: Amarcord
6 Comments:
ti è andata bene, la mia nonna materna, morta a 96 anni lo scorso ottobre, ultimamente cantava solo canzoni ..di quando c'era lui!
Sganassando mi fai sempre pensare!
saluti cat (io chiederò i cure!)
Tanti auguri a tua zia giovanna
max
Non ho una nonna di 100 anni ma questo racconto mi emoziona.mi emozionano le cose che può dirti e raccontarti una nonna di 100 anniforse il fascino di tutto ciò sta nel fatto che nessuno di noi e dei nostri figli può minimamente immaginare cosa hanno passato questi nonni e cosa si sono dovuti inventare per sopravvivere.Un abbraccio a zia Giovanna.Cla
Grande piccola Giò!! Auguri alla tua nonna..
La mia se ne è andata l'anno scorso proprio in qs perisodo, e mi fa felice vedere la tua circondata da tanto amore!!
Una delle grandi fortune di tua nonna è quella di avere una nipote che quando parla di lei lo fa in modo così speciale da far venire i lucciconi a chi legge...Un abbraccio a tutte e due! :-)*
...ehm..."zia", no nonna...sorry, avevo letto al galòp ;-)
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