aprile 15, 2009

PuzzoJoshua sul terrazzo verde


PuzzoJoshua diventa ogni giorno più socievole e sorridente, del resto s'addormenta con il verso dei geki e si sveglia al suono della foresta che all'alba si stiracchia e riprende a lavorare. Si sa: quando si sveglia lui dobbiamo svegliarci noi che se non ci svegliamo strilla arrabbiato, che lui non ha nessuna pazienza d'aspettarci a stomaco vuoto. Ad Auroville la piccola famiglia vive in una casetta al secondo piano in mezzo agli alberi verdissimi che circondano un ampio terrazzo dal pavimento verde.  Al piano terra ci vive la famiglia indiana proprietaria della casetta con due bambini molto simpatici: Ajith e Jagan. PuzzoJoshua adora quest'ultimo ed è amorevolmente ricambiato, è noto che l'amicizia non conosce età. PuzzoJoshua pare che passi ore ad aspettarlo e appena sente dei rumori provenienti da sotto, si precipita a salutare sporgendosi dalla ringhiera di legno sui piedini grassocci e inizia a ciarlare in una lingua antica perché PuzzoJoshua parla la madre di tutte le lingue, e tutti gli rispondono nella medesima lingua che poi è l'esperanto infantile, non ci vogliono inutili dizionari e fallaci traduzioni. E' una linguaggio universale e gli umani quando sono corti la usano, poi crescono e se la scordano. PuzzoJoshua ha un udito finissima e appena sente la voce di Jagan il suo amichetto preferito, si precipita alla ringhiera felice e lo chiama cosicché i due fratelli salgono, lo prendono e se lo portano via. Oppure passano ore a chiacchierare con lui sopra e loro sotto facendo versi nella loro lingua comune e PuzzoJoshua ride tutto contento e loro pure. Ridono e ridono, innocenti come sanno essere solo le persone corte che si perdono a ripetersi per ore e a farsi facce e boccacce divertendosi un mondo. PuzzoJosua si mette la testa tra i paletti di legno e si tira su battendo eccitato i piedini e partono a parlarsi nella più antiche delle lingue, fatta di tantissime vocali e pochissime consonanti, raccontandosi mille storie.  In mezzo alla giungla questi suoni appaiono come i versi di una lingua che non conosce il sangue, la malattia e la morte. Ed è forse la lingua degli dei senza tempo sorridenti che dell'innocenza e dell'empatia tra i viventi sono promotori, ben contenti e felici d'assistere all'allegro e gioioso spettacolo, essi stessi compiacenti e ridenti della risata di bimbi. 

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6 Comments:

Anonymous Maurice said...

Bello, bello. Orgoglio di nonnina.

4:38 PM  
Anonymous Closethedoor said...

Due bambini, nella pace del cortile, giocavano ad inventare una lingua speciale per poter parlare fra loro senza far capire nulla agli altri.
- Brif, braf, - disse il primo.
- Braf, brof, - rispose il secondo. E scoppiarono a ridere.
Su un balcone del primo piano c'era un vecchio e buon signore a leggere il giornale, e affacciata alla finestra dirimpetto c'era una vecchia signora nè buona nè cattiva.
- Come sono sciocchi quei bambini, - disse la signora.
Ma il buon signore non era d'accordo:
- Io non trovo.
- Non mi dirà che ha capito quello che hanno detto.
- E invece ho capito tutto. Il primo ha detto: che bella giornata. Il secondo ha risposto: domani sarà ancora più bello.
La signora arricciò il naso ma stette zitta, perchè i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua.
- Maraschi, barabaschi, pippirimoschi, - disse il primo.
- Bruf, - rispose il secondo. E giù di nuovo a ridere tutti e due.
- non mi dirà che ha capito anche adesso, - esclamò indignata la vecchia signora.
- E invece ho capito tutto, - rispose sorridendo il vecchio signore. - Il primo ha detto: come siamo contenti di essere al mondo. E il secondo ha risposto: il mondo è bellissimo.
- Ma poi è davvero bello? - insistè la vecchia signora.
- Brif, bruf, braf, - rispose il vecchio signore.

Gianni Rodari, "Favole al telefono"

10:16 AM  
Anonymous Anonimo said...

che meraviglia.

10:39 PM  
Anonymous Mitì said...

E' una meraviglia il tuo nipotino! Un bacio a lui e a te :-*

12:51 PM  
Blogger Unknown said...

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