La sindrome di Gauguin
Ve la spiego male. Io l'ho sempre definita la sindrome di Gauguin. E' quella sindrome che colpisce qualsiasi occidentale ipersensibile, borderliner e nostalgico e parlo di quello affetto da nostalgia di un'altra realtà perché quella in cui vive gli fa troppo schifo. E' la sindrome che colpisce quelli che pensano di poter cambiare il mondo ma non si può fare perché c'è troppa merda e non è rimasta nessuna speranza. Allora salgono sul primo battello, sul primo treno, sul primo aereo e dicono addio al mondo dove hanno sempre vissuto. Vanno lontano alla ricerca del paradiso perduto. E laggiù ritrovano una terra meravigliosa dove non esiste il freddo ed è quasi sempre in mezzo ai selvaggi. E cosa fanno? Costruiscono un mondo utopico pieno di falle: un mondo pieno di piante e di casette colorate raccogliendo attorno a loro altri fuggitivi. Un mondo perfetto in mezzo ai selvaggi guardando quest'ultimi come esseri meravigliosi ma lontani. Dopo un po' s'accorgono che il selvaggio ha una propria cultura e identità con cui non riescono a dialogare perché non l'hanno studiato impantanati come sono nella propria tragica cultura e finiscono per parlarne malissimo perché il selvaggio non li capisce e vive nel proprio mondo reale che è lontano e sconosciuto.
E' la realtà che circonda tutti gli ashram della terra, tutte le sette, tutti i guru, tutte le nuove religioni insomma è la sindrome di Gauguin: quella che ha colpito i Beatles, gli hippies e quelli della new-age, che poi in sintesi è la ricerca dei tropici perché son il simbolo del paradiso e quando uno li trova non sa più tornare indietro e rimane fisso lì perché non vi sono altri luoghi dove andare, perché non esistono luoghi perfetti perché il paradiso su questa terra se c'è l'umano non esiste e basta. Finisce che construisce la sua colonia perfetta e la colonia laggiù si chiama Pondicherry...Quando l'ho vista la prima volta quasi mi mettevo a ridere. Un paesino da cartolina svizzera per poi passare un ponte e si è di nuovo nell'India vera e puzzolente...Se proprio uno vuole venire in India e non ce la fa a vivere nel casino indiano cosa fa? se ne va a Pondicherry. E' per quelli che hanno la sindrome di Gauguin ed è perfetta. E' francese e perciò ha tutta l'allure di una cittadina provenzale, bianca con le bouganville rosse sui i vialetti puliti e intonsi, una pianta da castrum romano piena di piccoli ristorantini e bistrot dove si parla francese. Un posto fuori dal mondo.
Tutto ciò per dire che sono arrivati i miei amichetti Sergio, Giuseppe e Valentina a trovarmi così ci siamo prese una vacanzina e abbiamo fatto un po' di mare e un po' di turismo perché Vale in India non c'era mai stata. Siamo stati sulla spiaggia a guardare i tramonti e siamo andati anche ad Auroville. Il posto è molto grande. ed è per tutti quelli che soffrono della sindrome di Gauguin: è la città dell'utopia. La fratellanza e la solidarietà umana, l'amicizia e e l'amore, l'incontro di anime perse che ritrovano l'amornia e dell'armonia che tutti vorrebbero avere dentro di sè. E' il dramma della nostalgia del paradiso perduto, delle palme, della bellezza, dell'ozio e del pensiero, del lavoro come piacere della serenità e della tranquillità che la manualità offre.
In mezzo alla città (in realtà non è una città bensì tanti piccoli insediamenti con tutta una filosofia di rispetto della e per la natura, dove le strade sono di terra battuta e e si va in bicicletta oppure a piedi) stanno costruendo una cupola d'oro (si chiama Matrimandir) dove ci si siede al centro e si medita fino al raggiungimento dell'illuminazione.
Come sapete faccio la cuoca, non è che a manipolare il cibo si diventi particolarmente spirituali o si finisce a trattare di spiritualità. Il cibo è roba da gaudenti, da epicurei, da quelli che la vita è qui e adesso. E' pure vero che il cibo per una marea di gente può sublimarsi e diventa allora una via per scoprire altre culture, altre estetiche, altre vie. Ma non ci si stacca dalla pancia. Mentre ad Auroville bisogna proprio staccarsi dalla pancia.
Il progettone di Auroville è bello vero. Molti arrivano e ci rimangono perché in fondo quelli che arrivano qui sono tutti affetti dalla sopracitata sindrome. Poi va a capire cosa succede veramente e quanti soldi ci girano attorno ad Auroville per non parlare del famosissimo ashram di Shri Aurobindo a Pondicherry che pare stia inglobando tutta la cittadina a furia di comprare case e terreni. Insomma per tutti i viaggiatori della terra forse il punto d'incontro è Auroville. Forse perché è così utopico e ambizioso, è così pieno di speranza, di giovinezza, di ingenuità, di misticismo, che uno rimane accecato e ci crede. E non so se dargli torto che a pensarci bene non si riesce a cambiare il vecchio mondo per milioni di cause esterne allora è bene andarsene e fondarne uno nuovo. Non si riesce a vivere senza la speranza di futuro. Altrimenti si finisce tra giorni interiori sempregrigi senza il sole. Non è neanche morire quella roba lì. Che sarebbe di sicuro meglio. E' vivere male senza saperlo. Mica per dire. Sul serio.
E' la realtà che circonda tutti gli ashram della terra, tutte le sette, tutti i guru, tutte le nuove religioni insomma è la sindrome di Gauguin: quella che ha colpito i Beatles, gli hippies e quelli della new-age, che poi in sintesi è la ricerca dei tropici perché son il simbolo del paradiso e quando uno li trova non sa più tornare indietro e rimane fisso lì perché non vi sono altri luoghi dove andare, perché non esistono luoghi perfetti perché il paradiso su questa terra se c'è l'umano non esiste e basta. Finisce che construisce la sua colonia perfetta e la colonia laggiù si chiama Pondicherry...Quando l'ho vista la prima volta quasi mi mettevo a ridere. Un paesino da cartolina svizzera per poi passare un ponte e si è di nuovo nell'India vera e puzzolente...Se proprio uno vuole venire in India e non ce la fa a vivere nel casino indiano cosa fa? se ne va a Pondicherry. E' per quelli che hanno la sindrome di Gauguin ed è perfetta. E' francese e perciò ha tutta l'allure di una cittadina provenzale, bianca con le bouganville rosse sui i vialetti puliti e intonsi, una pianta da castrum romano piena di piccoli ristorantini e bistrot dove si parla francese. Un posto fuori dal mondo.
Tutto ciò per dire che sono arrivati i miei amichetti Sergio, Giuseppe e Valentina a trovarmi così ci siamo prese una vacanzina e abbiamo fatto un po' di mare e un po' di turismo perché Vale in India non c'era mai stata. Siamo stati sulla spiaggia a guardare i tramonti e siamo andati anche ad Auroville. Il posto è molto grande. ed è per tutti quelli che soffrono della sindrome di Gauguin: è la città dell'utopia. La fratellanza e la solidarietà umana, l'amicizia e e l'amore, l'incontro di anime perse che ritrovano l'amornia e dell'armonia che tutti vorrebbero avere dentro di sè. E' il dramma della nostalgia del paradiso perduto, delle palme, della bellezza, dell'ozio e del pensiero, del lavoro come piacere della serenità e della tranquillità che la manualità offre.
In mezzo alla città (in realtà non è una città bensì tanti piccoli insediamenti con tutta una filosofia di rispetto della e per la natura, dove le strade sono di terra battuta e e si va in bicicletta oppure a piedi) stanno costruendo una cupola d'oro (si chiama Matrimandir) dove ci si siede al centro e si medita fino al raggiungimento dell'illuminazione.
Come sapete faccio la cuoca, non è che a manipolare il cibo si diventi particolarmente spirituali o si finisce a trattare di spiritualità. Il cibo è roba da gaudenti, da epicurei, da quelli che la vita è qui e adesso. E' pure vero che il cibo per una marea di gente può sublimarsi e diventa allora una via per scoprire altre culture, altre estetiche, altre vie. Ma non ci si stacca dalla pancia. Mentre ad Auroville bisogna proprio staccarsi dalla pancia.
Il progettone di Auroville è bello vero. Molti arrivano e ci rimangono perché in fondo quelli che arrivano qui sono tutti affetti dalla sopracitata sindrome. Poi va a capire cosa succede veramente e quanti soldi ci girano attorno ad Auroville per non parlare del famosissimo ashram di Shri Aurobindo a Pondicherry che pare stia inglobando tutta la cittadina a furia di comprare case e terreni. Insomma per tutti i viaggiatori della terra forse il punto d'incontro è Auroville. Forse perché è così utopico e ambizioso, è così pieno di speranza, di giovinezza, di ingenuità, di misticismo, che uno rimane accecato e ci crede. E non so se dargli torto che a pensarci bene non si riesce a cambiare il vecchio mondo per milioni di cause esterne allora è bene andarsene e fondarne uno nuovo. Non si riesce a vivere senza la speranza di futuro. Altrimenti si finisce tra giorni interiori sempregrigi senza il sole. Non è neanche morire quella roba lì. Che sarebbe di sicuro meglio. E' vivere male senza saperlo. Mica per dire. Sul serio.
Etichette: La mia India
9 Comments:
complimenti gran bel post buona giornata
E' certamente il ricordo dell'Eden che ci portiamo appresso nel DNA.
io sono cresciuta in mezzo agli ashram, figlia di padre in cerca del paradiso.
risultato: non so nulla della certezza.
e bramo una vita piccola piccola.
che nell'immensità della ricerca della gioia e della spiritualità, ho perso l'orizzonte.
sei forte piccola cuoca.
davvero.
non per dire.
buon fine settimana
meglio villaggi utopistici che villaggi vacanze; o no?!
ilfedidami
oggi ho intenzione di andare a parma. son 12 chilometri. mica robetta.
giarina
[bellissimo post, piccolacuoca.]
caspita!!
Ho letto divertita, quello che hai scritto sull'ashram di srhi aurobindo, su pondy, su auroville ecc....( alcune cose le condivido)
Divertita perche ogni tanto bazzico da quelle parti.... e allora leggendo ciò che hai scritto mi vengono in mente alcuni episodi, alcune cose....
Vorrei aggiungere un mio parere, del tutto PERSONALE( evidenzio personale perche probabilmente qualcuno si sentirà offeso dalle mie parole)
C'è chi vive a Pondy da anni, e si è costruito un proprio "mondo dorato",ed è schifato "da quei selvaggi indiani che vivono nei villaggi".
C'è chi si nasconde con ipocrisia dietro una ricerca spirituale che non esiste, ma è comoda per ottenere permessi e benefici dell' ashram.
C'è chi quotidianamente si confronta con le persone che vivono nei villaggi,chi ci lavora assieme
C'è anche chi va li per fare veramente una ricerca spirituale,e pur essendo consapevole delle "imperfezioni" dell'ashram, si sente piu ashramita di chi lo è veramente.
Questi vivono dietro le quinte
e sicuramente difficilmente li troveremo a bazzicare nei localini di Pondy.
Qual'è la motivazione dei miei soggiorni a Pondy? non sò,
sicuramente non mi sento parte ne di una ne dell'altra categoria. Non lo sò come collocarmi con precisione,
Vado li, cazzeggio per la città, mi siedo ed osservo,Vado in un villaggio cazzeggio mi siedo ed osservo.Osservo gli altri, osservo mè stessa mi chiedo se ognuno a modo nostro ce la raccontiamo un pò...
Masi 90
Ho letto divertita, quello che hai scritto sull'ashram di srhi aurobindo, su pondy, su auroville ecc....( alcune cose le condivido)
Divertita perche ogni tanto bazzico da quelle parti.... e allora leggendo ciò che hai scritto mi vengono in mente alcuni episodi, alcune cose....
Vorrei aggiungere un mio parere, del tutto PERSONALE( evidenzio personale perche probabilmente qualcuno si sentirà offeso dalle mie parole)
C'è chi vive a Pondy da anni, e si è costruito un proprio "mondo dorato",ed è schifato "da quei selvaggi indiani che vivono nei villaggi".
C'è chi si nasconde con ipocrisia dietro una ricerca spirituale che non esiste, ma è comoda per ottenere permessi e benefici dell' ashram.
C'è chi quotidianamente si confronta con le persone che vivono nei villaggi,chi ci lavora assieme
C'è anche chi va li per fare veramente una ricerca spirituale,e pur essendo consapevole delle "imperfezioni" dell'ashram, si sente piu ashramita di chi lo è veramente.
Questi vivono dietro le quinte
e sicuramente difficilmente li troveremo a bazzicare nei localini di Pondy.
Qual'è la motivazione dei miei soggiorni a Pondy? non sò,
sicuramente non mi sento parte ne di una ne dell'altra categoria. Non lo sò come collocarmi con precisione,
Vado li, cazzeggio per la città, mi siedo ed osservo,Vado in un villaggio cazzeggio mi siedo ed osservo.Osservo gli altri, osservo mè stessa mi chiedo se ognuno a modo nostro ce la raccontiamo un pò...
Masi 90
2:37 PM
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