gennaio 06, 2008

La disgrazia di un mondo immondezzato


Miei cari piccoli lettori ci sono due blogger particolari che sento il dovere di ringraziare quasi ogni giorno per le belle parole che sanno mettere assieme: Lia e Leo. Li accomuna la lettera ELLE: Lode rivolgo a loro che sanno essere così bravi a scrivere tanto bene. Li elogio inoltre e soprattutto perché (e mi si passi l'aggettivo) sono "danteschi". Di Dante hanno l'epica sublime, il senso civico del sociale e il senso politico d'andare all'essenza delle cose e di dire dei fatti che tutti dovrebbero dire e di sentire sentimenti che tutti dovrebbero sentire. Forse perché insegnano e dio solo sa quanto sia difficile quel mestiere lì: insegnare ai giovani a pensare, che ci vuol una pazienza da beatificazione.
Sulla morte e su come la si affronta ogni società ha i suoi volti e ha la sua storia. Diciamo che c'era un nostro tempo in cui esistevano le prefiche per urlare la dipartita da questo mondo all' altro. E' la maledizione della civiltà industriale che ci ha fatto dimenticare come si piange e si urla e ci si strappa i capelli quando uno muore. Compito che è sempre spettato alle donne che sanno della vita mentre gli uomini portano la morte. E' per questo che gli uomini dovevano trattenersi affrontando dignitosamente il dolore e mostrando con eleganza la forza interiore. E' per questo che Mohamed non piange e si esprime dignitosamente. E' un uomo antico. E' un giovane che ha sì viaggiato, ma lui è grande e non insulta nessuno. Perché sa cos'è la morte. Arriva ovunque e non ci si può far nulla e anche se chiede giustizia intuisce che non la riceverà. Non ci sono giustizie umane sufficienti a ridare vita a una vita stroncata.
Adesso per urla e strilli c'è la televisione. Non ci stanno più le prefiche. Forse è cambiata la tipologia dello strumento.
Sulla monnezza: io ci sono cresciuta a Napoli e dintorni. Ci andavo tutte le estati. Ci sono bimbi che vanno al mare, io no. Io andavo a Napoli e a Sirignano. So bene quanto cattivo odore ho respirato. Da sempre. Potrei parlare per ore della bellezza commovente e soffocante della città e quasi mi vien voglia di andarci ad abitare. I miei avevano addirittura una casa che poco tempo fa è stata venduta. Ma poi mi dico NO. Non credo proprio che potrei mai vivere in quei luoghi forse perché la maggior parte delle persone che conoscevo è morta sparata o di overdose. E i vivi son carcerati. Ho ricordi meravigliosi ma sono ricordi colmi di dolore. Frequentavo persone poco perbene sicuro, ma ribadisco il concetto semmai non fossi stata chiara: nessuno ce l'ha fatta.
Avevo letto tutto d'un fiato 'Gomorra' di Roberto Saviano. Ho ringraziato in cuor mio che Napoli sapesse ancora produrre capacità razionali e civili. E m'era venuto il disagevole pensiero che se esisteva uno come Saviano allora forse c'era ancora speranza. Forse. Poi quando ho rivisto il pattume ovunque m'è venuta la noia. E l'ho capito proprio nel profondo quello che ha scritto l'amichetta Lia.
La faccio moltissimamente breve: sto in India. Madras non è proprio il posto più lindo e pulito della terra. Sento continuamente odori d'immondizia, merda e piscio e mi ricordo di quand'ero piccola e andavo per i vicoli di Sirignano. Quell'odore lì se lo senti da piccola ti rimane dentro e lo riconosci ovunque. E' l'umano che genera immondizia e non ci si libera della propria merda facilmente a meno che non si abbia una buona rete fognaria, un buon sistema di riciclaggio di rifiuti, inceneritori e tutti gli annessi e connessi, comuni che funzionano e strutture che danno lavoro. Vado in giro per quest'India moderna a cui manca di tutto e vedo che lentamente, faticosamente stanno tentando d'essere puliti di fuori. E sì sono ventanni che Napoli non esce dalla monnezza prodotta e ci sta il Vesuvio e mi chiedo perché sia così dannata quella terra che è un po' anche la mia e ogni volta che ci torno m'appare sempre più peggiorata fuori e l'amo da morire ma come dice giustamente Lia non ci potrei mai stare. Mai viverci. Eppure vivo in India. Che giustifico perché mi dico è ancora terzo mondo. Ma Napoli non riesco più a giustificarla. Napoli è una città del mio mondo. NON E' UN TUMORE MALIGNO (seppure lì i tumori son troppi!). E se lo fosse allora m'acchiapperebbe l'angoscia che sempre mi prende quando vedo il Vesuvio e penso che questa è l'ultima volta che vedo Napoli perché magari il Vesuvio esplode con tutto il fuoco lavico e fa pulizia d'una terra disgraziata. Un'idea apocalittica è vero. Ma se la Madre Terra comincia a produrre tumori allora vuol dire che non ne può più dei suoi abitanti.
Mi ricordo sì di come puzzava e di quanto fosse sporca eppure di sacchetti non ce n'erano così tanti e guardandola da questa parte di mondo puzzolente uguale, pieno di plastica uguale, ma così pieno d'ansia modernatrice mi sovviene che qui in India nel 2050 ci saranno solo giovani, e io ci spero cazzo che tra la marea di giovani ci sia una fetta che si batta e metta a posto l'ambiente e la società civile. Mentre a Napoli nel 2050 chi ci sarà? solo Roberto Saviano? Sempre che non l'abbiano ucciso prima perché ha fatto i nomi e perché ha detto a voce alta e scritto innumerevoli volte quello che sapeva. L'idea che viva sotto scorta mi fa incazzare. E' questo il segno preciso della nostra inciviltà.
Non so che risposte dare a una città come Napoli se non dire: basta, uscite e pulite le strade. Piantatela di far soldi sporchi e producete soldi dallo sporco. Piantatela di lamentarvi. Abbiamo la disgrazia di vivere in un mondo immondezzato. Se ci sono paesi puliti impariamo come fare a tener pulito il nostro piccolo paese. Napoli è piccola. Vai a Mumbai e t'accorgi che cosa significa una città immensa. La mafia ci sta pure a Mumbay. E produce una marea di rifiuti pure Mumbay. Ma non è messa come Napoli, cazzo! Negli slum riciclano la plastica : ci fanno capanne. E se ci sono puzze s'usano gli incensi. L'India fa così da sempre.
Vivo la disgrazia d'esser parte della produzione di materia immarcescibile. Tutti i giorni faccio il culo ai miei ragazzi della brigata perché distinguano e dividano tra rifiuti organici, biodegradabili, riciclabili e via dicendo. Lo faccio e mi sbatto qui in India come in Italia e mi seguono. Son giovani ma capiscono che la Terra non può far tutto da sola. Ha altri ritmi e noi andiamo troppo veloci e la distruzione subitanea del pattume non fa parte dell'ecosistema. La Natura è pulita di suo. C'ha una miriade di insetti e animali che fan da spazzini. Ma questi spazzini la plastica, la latta e il vetro non son capaci di digerirli e noi non siamo capaci a quanto pare di mantenere linda la Natura e in generale l'ambiente. Percui bisogna far qualcosa tutti i giorni.
Da quaggiù soffro, mi sento in colpa e mi vergogno. Soffro perché vedo l'estetica a puttane e il bello che diventa brutto e maligno, mi sento in colpa perché non posso far nulla di più ma soprattutto mi vergogno perché non m'appare uno spiraglio di speranza. Come dire la morte civile, politica e sociale.
Quanto ai giovani che della gamorra son parte ecco per loro so che non vivranno così tanto a lungo da vedere un mare pulito e da respirare un'aria limpida 'ché la terra non sarà lieve. Sarà pesante assai con tutta la monnezza che dovranno sopportare di sopra.
A meno che il Vesuvio non sia la soluzione. Per dire. O sul serio.

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5 Comments:

Blogger Unknown said...

Grazie! e basta....

6:31 PM  
Blogger Sonia said...

anche a me questa situazione di Napoli ha fatto indignare, possibile che i napoletani siano così passivi? più degli indiani? non c'è verso! ...sono arrivata anche a pensare "ma perché non mettono dei maiali condominiali per il deperibile, che si fanno anche le salsicce alla fine?" lo so, è paradossale, ma possibile star lì ad aspettare che le istituzioni faccian qualcosa, e le azioni di protesta, violente o pagliacciate, odorano proprio di malavita! uff!

io non so molto, ammetto, do voce solo un mio sentire.

:-)

8:33 PM  
Anonymous Anonimo said...

Cazzarola Piccola Cuoca, stavo per scrivere anche io un parallelo India/Napoli.

In India il puzzo di piscio/merda/monnezza è quasi costante. Ma India - e non solo negli slums - esistono persone che raccolgono OGNI NOTTE lattine, plastica e altro e vengono pagate da chi raccoglie tutte queste cose e le rivende/riutilizza.

Non è umanamente possibile essere così passivi da aspettare che l'immondizia ti arrivi fino al balcone senza aver fatto niente prima.
Ha ragione Sonia. E comunque visto che ci sono comuni campani dove fanno la raccolta differenziata e questo problema dell'immondizia non ce l'hanno AFFATTO, allora si capisce che dietro la questione della città di Napoli c'è ben altro.

Eh, il Vesuvio come espressione della saturazione raggiunta dalla Mata Gi non è proprio un'idea balzana.

Baci (e invidia, chè stai in India)

12:34 PM  
Blogger Lia said...

Anche al Cairo è come in India: c'è un intero quartiere (il Moqattam) che ci vive, con la raccolta dell'immondizia, e i capi sono quelli che ci si sono arricchiti, con gli anni. Fanno la cernita della spazzatura, rivendono ciò che è rivendibile e così via.
E allevano anche i maiali, sì. Motivo per cui è storicamente una specialità dei cristiani, in Egitto, fare questo lavoro. (I cristiani ricchi fanno i medici, invece.)

4:25 PM  
Anonymous Anonimo said...

è un idea terribile una seconda catastrofe come pompei per ricoprire decenni di abusivismo edilizio,di discariche di mondezza.Sono napoletana e la storia della mia terra insegna che i napoletani purtroppo non sono mai stati attenti e puliti con la propia terra ecco secondo me spiegato il movito di questo disinteresse verso la natura che sta soffrendo.Ne sono successe tante,l'emergenza rifiuti,l'abusivismo con case costruite oltre il confine del parco nazionale del vesuvio,il mare inquinato di questa estate.La campania felix oggi è una terra martoriata e a dirti la verità da napoletana sono combattuta:vorrei assistere alla vendetta della natura al vesuvio che si ribella e si risveglia punendo con la distruzione secoli di soprusi;ma dall'altra parte questa idea mi spaventa il dolore,la distruzione,la morte...Povera napoli..

1:53 PM  

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