giugno 19, 2007

Il mio paese


Capita poi che ti ritrovi che un po' d'amici attorno vivano la tua identica situazione e da un lato ti fa piacere il senso di comunanza e dall'altro t'impaurisce perchè intuisci in tutti la tua stessa aria allarmata e il tuo stesso identico terrore del salto nel vuoto. Non è apparenza perchè il cambiamento di lavoro e di casa e di città e di luoghi e di cuori provoca in verità un intenso desiderio di sicurezze. Che le senti sfuggire tutte immerse in un fiume in piena. Nel vortice di cambiamenti e di svolgimenti dell'esteriore realtà, il dentro appare sfigurato da tanto sconvolgimento. Perchè la verità è che nessuno di noi è tanto veloce a seguire i cambiamenti cambiandosi e men che mai l'adattamento adattandosi. Siamo tutti lenti e anche quelli che ti sembravano i più camaleontici alla fine sono quelli che rimangono più indietro, perchè non razionalizzano gli accadimenti e si perdono nei meandri delle facezie. Non è semplice cogliere l'essenza delle cose per non dire dell'essenza delle persone e per non tirare fuori la propria di essenza.
Discutendo invece dell'apparenza e di ciò che sta accadendo alla politica del mio paese vi è nella mia testa la percezione che se non cambiano quelle facce lì di fatto nulla si cambia e potranno darsi mille nuovi nomi ma il sentire e il fare di quelle faccie è uguale a prima. Vorrei osare dire che se non vedo volti nuovi vuol dire che questo paese non è capace di produrre energia vitale concreta e proficua. Insomma se non si è capaci di apporre un nuovo volto non si è degni neanche di credere che ci sia una vera svolta, lasciando a priori da parte l'aggettivo: nuovo.
Non si conti più su di me per avere un voto alle prossime politiche se vedo ancora il viso di Prodi &Co. Non lo darò di certo al nano sia mai. Ma almeno io nel mio piccolo sono capace di mettere delle firme e di cambiare sul serio e come me tutti i miei amici. Nel grande vedo che nessuno ne ha voglia. Oppure quelli che a me piacciono sono emarginati. Allora sono giunta alla conclusione che o sono io a essere troppo estremista e rivoluzionaria o sono gli altri ad essere vecchi e tristi. Se qualcuno mi parla dell'elefante rosa non so se ridere o piangere. Dumbo a me piaceva. Dumbo volava. Questa roba da centro di Prodi &Co. mi fa nostalgiacanaglia. Se rivedo assieme Romina e Albano che cantano rabbrividisco pensando che il tempo sia passato invano. Se una cosa muore un'altra nasce, lo so e lo capisco, ma mica stiamo a parlare di metempsicosi o della reincarnazione vero? Io a stare a sentire 'sti discorsi spirituali me ne vado in India. Per dire.

Etichette:

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Eh sì, verrebbe proprio voglia di fare le valigie e partire, come fai tu.
Una cosa intelligente che ha detto il presidente della Camera è di introdurre per legge l'età pensionabile anche per i nostri legislatori. Non è molto, ma sarebbe un piccolo primo passo.
C'è anche da dire che non ci sono in giro molti "giovani" che abbiano un progetto coinvolgente, che sappiano mostrare una nuova frontiera, che sappiano coinvolgere per un nuovo rinascimento.
Come diceva la canzone, aspetto e spero, perché prima o dopo ha da finì 'a nuttata.

12:23 AM  
Blogger Fabiana said...

BEATA TE...

2:07 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ci ho messo mesi per riprendermi dalla capocciata di Zidane, ma oggi devo dire che se i Francesi parlano male dell'Italia, fa male perche' dicono la verita'. Basta guardare Sarkozy e il governo che ha messo in piedi. Per non parlare di Blair 40enne premier, o dappertutto in giro per l'Europa, insomma siamo noi gerontocratici e sclerotizzati che domandano ai loro figli di non crescere mai.

10:17 AM  

Posta un commento

<< Home