luglio 28, 2006

la mia musica



In contraddizione con quanto detto nel post precedente, nel senso che mi lamento della muzika trasmessa da dj cerebrolesi (per Kush: altro che laifgheit la radio ecocompatibile, la radio a impatto zero. Me la spiegate cosa vuol dire? che davvero per i migliai di libri letti non l'ho ancora capito cosa vuol dire impatto zero: sei nato vivi e il tuo impatto già c'è, dato che respiri su questo globo terracqueo, e la radio che hai in piedi ha onderadio, rumore, inquinamento acustico. Il lager voglio per 'sta gente!).
Comincio: nei posti in cui vado, per la gente che trovo, per gli animi straniati di spesse banalità e per il fitto freddo da conversazioni inutili, per le cucine in cui mi ritrovo e per le brigate che mi perdo per poi ritrovarle cresciute settimane dopo, per il tempo che non basta e per la mancanza di ore, per la stanchezza accumulata e per lo sfinimento rappreso, la musica (lamiamusica) diventa uno sviare altrove il pensiero. Che di musica in cucina e fuori molta se ne sente. I locali hanno in genere il sottofondo detestabile creato dall'ultimo dj in sfattanza&sparpagliamento di organi cerebrali sulle pareti buie, quel dj senz'artenèparte: quella roba che non sai chi l'ha cantata e quando, giusto remixata e non ti dà il senso di un avvenimento tuo collegato a quelle parole e a quella sinfonia. Esempio classico: i Gotan (Gotham) Project, seppure molto si amano, basta metterli a ogni piè sospinto! Anche perché visto quanto sono intelligenti (mi ricordano tanto Jerry Mulligham e Astor Piazzolla in Tango Nuevo), si smettessero di usarli come sottofondo e li si ascoltassero sul serio a un decibel decentemente alto.
Cresciuta negli anni '70 e '80 molte sonorità le riconosco al volo: i Placebo mi ricordano tutta la darkitudine degli anni dei Cure, Joe Division, Siouxie and the banshees, Smiths, mentre i White Stripe mi riportano agli Stones/Reed/Iggy Pop/Clash/. Melodie antiche stile King Crimson, Deep Purple, Jetro Tall, Genesis, e Pink Floyd (mai piaciuti davvero a parte forse i primi dischi) quella musica io non la sento nei locali. E benchè il rock orchestrale io non l'abbia mai sopportato, quando ho letto che Sid Barrett è morto (e vai di post su vari blog), quasi non sapevo se prendere a calci tutti (aveva 60 anni un'età più che degna per morire). Mentre non si parla mai abbastanza di Drake, della magica trilogia J (Hendrix, Morrison, Joplin) e tanta ma tanta altra gente schiantata in tenera età, checazzomenefregadiBarrett? mi sono chiesta: c'aveva 60 anni, mica 30! (era malato, stanco, grasso, calvo, e la morte gli è giunta di sicuro come liberazione e c'aveva ragione lui a dire che i Pink facevano musica datata!!). Ma ho capito che era un mito appartenente a un'antica genia adoratrice di Pink Floyd: mai veramente cagata da queste parti. Io adoravo Hendrix e Jim Morrison, i Velvet Underground da piccola (13/14anni: sapevo a memoria tutte le loro canzoni). Sono andata in lutto quando è morta Nico arrotata mentre pedalava in bici. Ma pure lei c'aveva 50anni adesso che ci penso. Mettessero che so: Brian Eno tutti gli Ambient cazzo quello mai! oppure Ghost in the machine disco storico almeno per me ecco quello mai SENTITO! Mettessero senza remixare a culo i Massive Attack oppure i Portishead il mio padiglione auricolare ringrazierebbe. Purtroppo continuando ad ascoltare demenziali remixaggi penso che raramente mi propinano nei locali musica memorabile. Sento va molto ora Ella che canta Cole Porter (ce l'ho il doppio e lo conosco e lo canto a memoria). NON SENTO MAI invece: i Pil, Mortail Coil, i primi Depeche Mode, Talking Heads e molti altri ormai storia del rock. Talking Heads per dire dimenticati, Doors rifatti roba che ti si accappona la pelle quando senti l'ultimo straccione che canta Light my fire. Troppa roba etnica (nonlatolleroproprio) stile Brasil (mettessero Gilberto Gill/Cesaria Evola/Gardel/Violetta Parra avrebbe un suo perché ma quello stramaledetto dj quelli mai!). Molta muzika è un tormentone dell'anima e una fulminazione dell'epica. Madonna l'apprezziamo come fenomeno di donna al potere del rock ma adesso che sia una gran voce, lo sappiamo che la voce è per lei un accessorio. Mica è Mina (che la voce invece ce l'ha sul serio e veramente), Madonna a ogni piè sospiento! Per non parlare dell'inascoltabile musichetta aereoportuale/grandi magazzini: uno strazio! Poi uno si chiede perché il successone degli mp3: è la libertà dal disco messo su a cazzodicane. E' la libertà di avere la tua personalissima colonna sonora senza seguire il mood di un dj incapace di intendere e di volere con la corteccia cerebrale fulminata dal calo eccessivo di pasticche. Voglio ascoltare ogni tanto Concert in Berlin oppure Elizabeth Fraser che canta The song of the siren se proprio voglio musica melodica. Voglio sentire Rotten stramaledire il mondo che gira piuttosto che Happy hour del Liga cinquantenne (seppur con il massimo rispetto per Ligabue che non mi sembra essere un povero stronzo). E lo dico io che ho 45 anni. Mi intristisco un casino quando sento interviste rilasciate da Vasco sulla vita, che trasporta un bagaglio d'autentico cinismo. Le mie orecchie lo hanno sentito dire: i soldi servono per pagare le donne (e sono schiantata dal ridere: vuol propri dire che si è ridotto come i suoi coetanei chiusi nei cessi a palpeggiare le modelle ucraine semiminorenni, fatti che le mie pupille fotografano ogni notte nei cessi dei locali, strafighe extracomunitarie che non capisci perché si fanno palpare da mani grigie e macchiate. E' un giudizio solo estetico il mio e potrei citare Kawabata "La casa delle belle addormentate" almeno si parla del senso delle morte e della giovinezza che evapora ad ogni stagione). Ho ascoltato interviste rilasciate da Lou Reed, Springstean, e Bono. Altro spessore. Strana 'sta cosa.

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luglio 25, 2006

che dire a quelli che non sanno?


Catone il Vecchio si lamentava sempre del peggioramento dei costumi, in Senato andava vestito con una logora tunica e malediceva il lusso e la stravaganza, io me lo sono sempre immaginato borbottare: non c'è più religione. Mia nonna a dire il vero sta frase non l'ha mai detta e sbruffava molto quando la sentiva uscire dalla bocca delle sue coetanee. Uno dovrebbe sempre pensare che se il mondo va avanti e se non riesce a starci dietro, non dovrebbe mai prendersela con il mondo, semmai con se stesso. Credo esista la memorizzazione di ricordi sbagliati: dare un'immagine idilliaca al passato quando in realtà si stava ben peggio. Vorrei vedere tutta sta gente senza il cellulare, senza il computer, senza la macchina rumorosissima, senza la qualsiasi ma non in Tibet qui e adesso, nelle nostre città, mica a Samarcanda. Quindi quando leggo su altri blog che Veronesi (Sandro, lo scrittore, uno che altro fa nella vita e non sta nelle cucine) che illo dicevo si è stufato dei piatti quadrati, ovoidali e vuole il piatto tondo ho un sottile moto di fastidio.
Ah come lo capisco! Approvo alcune cose e altre mi infastidicono del mondo che mi circonda. Ma penso che la cucina, l'ultima ruota del carro e l'ultima approdata al circo mediatico, stia rivoluzionando alcuni sui stilemi (stile-mi), tra cui il supporto. E' come parlare di arte contemporanea. Differenze tra Michelangelo e Pomodoro io le vedo bene. Vedo e capisco che vi sono come 5 secoli di differenza e di storia(con la S maiuscola) che passa e trapassa i due scultori. A me pare che inneggiare al mondo antico o com'erano buone le cose della nonna e via dicendo non sia gran cosa. Mi ricordo (davvero e mica per finta) quanto fossero poco buone alcune cose da lei preparate, benchè altre fossero buonissime. Ma mi sovviene che se ritorno al sud le verdure continuano ad essere verdure che hanno un gusto preciso e definito mentre se sto a Milano no. Punto. E lo sappiamo che se vado a Tokyo i sushi hanno un sapore e qui un altro. Ma ritorno folgorata dall'immagine delle ceramiche e mi si aprono nuove prospettive. Ho una vaga idea che mettere in piazza i propri reconditi desideri oppure le proprie idiosincrasie non si afferri molto di quello che avviene intorno a noi. Se a casa di Veronesi trovo i piatti rotondi (quelli bianchi, grossi quelli da trattoria per intenderci) sarei ben contenta. Se lui esce e vuole i piatti come quelli di casa sua, che se li porti da casa e faccia come Marta Marzotto che si porta appresso le posate e mangia con quelle. Mi sembra poco opportuno rilasciare interviste sul piatto rotondo. Perché io leggo tra le righe la difficoltà estrema di stare dietro a un mondo in evoluzione. Evoluzione che a molti appare come un'involuzione per carità. Vorrà dire che a Veronesi gli regaleremo un Commodore 64. Magari lui scrive con il pennino e l'inchiostro. Per dire.

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luglio 21, 2006

Con il cucchiaio


La precarietà dell'esistenza di uno chef dovrebbe essere raccolta da un cucchiaio per mantenere l'energia sprecata e versata. Dovrebbe essere infilzata da una forchetta per trattenere la dignità e l'orgoglio di una professione altamente inneggiata ma di fatto prevalentemente sfruttata. Dovrebbe essere tagliata da un coltello ma fuor di metafora avviene di certo. Cambiare continuamente luogo di lavoro e trovarsi sempre (dico sempre) davanti alla solite cucine pensate e progettate con i piedi, dove il rispetto per le persone che dentro vi lavorano e ci vivono (perché passare 10/15 ore al giorno vuol dire viverci oltre che lavorarci) di questo poco si dice e di quel poco che si dice poco controllo avviene. Che fare? denunciare per iscritto le cucine inutili e sorpassate? quelle piccole e asfittiche senza aria condizionata? con le piastrelle non a norma? i frigoriferi inesistenti? mi chiedo perché tutti gli ispettori asl e le norme haccp (tutte le megafregnacce che ogni due secondi ti tirano scemo) non vengono mai nei luoghi dove io passo il mio tempo. Dopo vai fuori nelle sale e scopri lo spreco e la trasfigurazione progettuale, tutto bellissimo e magnifico. Non capisco i tuguri dietro e lo sfarzo avanti, forse solo da lontano lo intuisco, ricordandomi delle cucine di Versailles. Capisco la ghigliottina (un dramma quando ti metti dalla parte dei carnefici). Non comprendo l'assoluta necessità dell'imprenditore di trattare su 1 euro in meno all'ora. Sto parlando di 1 euro. UNO. Eppure avviene in tutti gli ambiti di lavoro e appunto il mio non sfugge a tale sublime regola. Aggiungo che nel mio la pratica di lavorare in nero non è passata e fare la ricevuta anche quella pare venga spesso tralasciata. M'accorgo inoltre che intanto il mondo gira e sì ci sono di nuovo le guerre e sì abbiamo un gran caldo. Ah e abbiamo vinto i mondiali! che pure il risultato dovrebbe essere raccolto da un cucchiaio. La mia realtà è che sto vivendo lentamente e arrancando faticosamente. Ma non mi lamento. In fondo Careme due secoli fa stava di gran lunga peggio di me. Almeno io ho il gas e la luce elettrica e una brigata che si lava le mani. Avanziamo di generazione in generazione lentamente e la tecnica ci aiuta e forse arriverà il giorno in cui la materia sarà più duttile perché ci saranno strumenti migliori. Forse. Rimaremmo sempre prede cruciali degli istinti e della meteorologia?

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luglio 08, 2006

E i francesi che s'incazzano


A me i mondiali piacciono tantissimo. Il nostro calcio molto meno. Sarà che le nazionali mi sembrano la metafora del proprio paese, del periodo e della storia, un po’ come per il cibo e la cucina. Siamo come giochiamo perché siamo quello che mangiamo. Raccolgo quanto detto da Zucconi l’altra sera in tv: almeno ci sarà una generazione che si ricorderà di Italia-Germania che non sia quella famosa del 4 a 3. Ebbene avendo vissuto entrambi i patos (’70 e ’82 e adesso ) posso dire che amaracord nel ’70 che avevo 9 anni, in casa c’era tutto il paese perché i miei erano gli unici a possedere una tv a COLORI, uno shock per tutti, che vivevano di bianco e nero. E sì è stata una partita drammatica. Ma non c’erano come dice Sofri solo due milioni di persone a guardare quella partita. Anche se il teleschermo era piccolo ma pur sempre a colori (non il megaschermo per intenderci), c’era un delirio di gente. Forse c’erano poche televisioni ma i bar c'erano e tanti, e se all’italiano medio gli levi il calcio che cazzo gli rimane? La mamma, il cibo, la macchina…comunque c’era tanta gente, tutta quella del paese raccolta davanti alla tele, friulani duri e puri che a ogni gol della Germania quasiquasi si mettevano a piangere e che sarebbero ripartiti di lì a poco per rientrare in Germania a farsi il mazzo. Mi ricordo il pianto vero per la finale persa per colpa di quel negro di Pelè. E io che passavo di sedia in sedia consolando vecchi signori incazzati dicendo che avremmo vinto dopo, tra 4 anni, insomma avremmo vinto poi, un giorno, invece vincemmo molto dopo nel lontano ’82, con Pertini in tribuna che si alzava e mandava in culo il re di Spagna. Ero in mezzo a una banda di ubriachi di felicità di emigranti italiani in una casa sfigatissima nell’estrema periferia di Londra. Facemmo un casino d’inferno e mi divertii moltissimo, e prendemmo per il culo tutti gli inglesi e il loro soccer che loro sì NON vincono mai. Benché l’Inghilterra di quest’anno mi piacesse, ha perso contro il Portogallo ai rigori. Dico io se non è sfiga quella. Non so che pensare dei francesi, e poichè la loro cucina è una grande cucina ma la nostra è meglio, direi che sì è una banda di stronzi e che sì hanno qualcosa che noi non abbiamo: la tenacia e la classe. Noi abbiamo l’atavico fatalismo e l’altra sera in mezzo a una banda di caratteriali e psicolabili in pieno centro di Milano me ne sono accorta appieno di quanto siamo messi male. Un fuorilegio di vituperi e insulti a tutti in primis per Totti, poi Lippi, e Del Piero condannato a morte. Sfacciatamente abbiano vinto e d’un tratto Lippi e Totti e Del Piero sono diventati dei geni. Osannati e adorati. Io di ciò ho immenso terrore. Mi fa orrore il facile giudizio e l'immediato insulto che abbiamo in tasca e siamo generosissimi a lanciarlo. Non saprei veramente che dire di questa squadra. Mi sembra facciano finta di essere umili nelle interviste e mi sembra che in fondo non lo siano per nulla e lo si vede e lo si sente da come si muovono e dalla sfida e dalla boria che sempre hanno negli occhi. Come quelli per capirci che guidano le cayenne e se li sfiori con la bici tirano giù il finestrino e ti insultano così per partito preso e se tu rispondi all’insulto con un sorriso di totale estraneità ai fatti, loro scendono e ti picchiano pure. Come quando Gattuso è stato messo giù da Ballack e poi Ballack gli ha teso la mano e si sono abbracciati ma non so come a Gattuso gli è sfuggito e ha tirato l’orecchio a Ballack allora ho pensato adesso il tedesco gli tira via mezzo menisco, invece ha solo avuto un piccolo scatto di collera ma ha contato fino a 10 ed è ridiventato un signore. Fosse stato Totti gli avrebbe sputato nell’occhio a Gattuso che subito avrebbe risposto rimandandolo in ospedale. Mi sembrano incazzati come lo sono sempre i boriosi a cui d’un tratto si fa notare che hanno il bagno lercio. Ma lercio vero. Hanno lo scatto d’orgoglio e chiamano venti camerieri e fanno pulire tutto. Non so se sia un misto di vergogna, di rivalsa e di rivincita ciò che smuove questa squadra. Chissà perché ma ho l’impressione che alla fine i francesi ci metteranno sotto: perché se hanno del marcio lo sanno gestire meglio. Perché son stronzi mica bulli. Ma lo dico per dire: perché sto giocando a fare la scaramantica fatalista. 'Sto italiana vera neanche fossi nata in Italy. E la fame di vittoria non l'ho mai avuta, per quella bisogna fare la guerra. Quella vera.

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